Carabinieri 2.0: il comandante illuminato che dialoga con i sindacati
I Carabinieri sono la Forza Armata che ha dimostrato maggior attenzione alle relazioni sindacali grazie al Comandante Generale, che si è impegnato a creare un dialogo aperto con i rappresentanti sindacali. Infatti, il Generale Luzi ha recentemente incontrato tutti i segretari generali dei sindacati iscritti all’albo della Difesa, confrontandosi con loro su alcune imminenti circolari riguardanti la pianificazione dei servizi nelle stazioni e la regolamentazione delle assemblee sindacali all’interno delle caserme dei militari.
L’Arma, quindi, si riscopre innovatrice e aperta al dialogo, consentendo, tra l’altro, la possibilità del pagamento della quota sindacale tramite trattenuta stipendiale già da qualche anno e prima di ogni altra Forza Armata.
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I Carabinieri aperti al dialogo con i sindacati: un esempio da seguire per le altre Forze Armate. Una lezione da cui imparare
L’Arma non primeggia nelle relazioni sindacali solo dal punto di vista formale del pagamento delle quote sindacali. L’iniziativa dei Carabinieri di confrontarsi con i sindacati militari rappresenta un esempio di apertura al dialogo e alla collaborazione che le altre Forze Armate dovrebbero seguire e da cui dovrebbero trarre utile insegnamento. L’iniziativa voluta dal Generale Luzi ha permesso un confronto diretto tra i rappresentanti dei militari e i vertici dell’Arma dei carabinieri, favorendo una maggiore comprensione delle esigenze e delle problematiche dei carabinieri. Questo tipo di approccio, che mira a costruire un rapporto di collaborazione duraturo e innovativo, potrebbe rappresentare una svolta anche per le altre Forze Armate, che ancora oggi, invece, sembrano refrattarie ad avere un rapporto diretto con i sindacati.
Perché i capi di Stato Maggiore delle Forze Armate non seguono l’esempio dei Carabinieri?
Il modello di relazioni sindacali dei Carabinieri dovrebbe essere replicato nelle altre Forze Armate.
Nonostante l’Arma dei Carabinieri abbia dimostrato di avere un approccio innovativo e aperto, sembra che i Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate e il Comandante Generale della Guardia di Finanza non seguano la via da seguire indicata dal Generale Luzi. Questo atteggiamento potrebbe essere dovuto alla cultura militare tradizionale che richiede un’attenta valutazione di ogni cambiamento prima di essere adottato. Tuttavia, la società subisce repentini cambiamenti e le forze armate non possono rimanere indietro.
Sarebbe auspicabile che lo Stato Maggiore Difesa, sulla stregua del virtuosismo percorso dall’Arma, si attivi per coinvolgere i vertici delle Forze Armate e i relativi segretari generali, in un incontro simile, in cui si possa instaurare un dialogo costruttivo e rispettoso delle reciproche posizioni perché nessuna Forza Armata resti il fanalino di coda delle relazioni sindacali, nessun sindacalista si senta isolato e ogni Capo di Stato Maggiore sia, in egual misura, all’altezza di dialogare con il mondo sindacale.
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