Carabiniera suicida in caserma: annullata l’archiviazione dell’inchiesta. Colpo alla tempia sinistra, ma lei era destrorsa: “Vogliamo la verità”

Si riapre il caso sulla morte della giovane allieva carabiniere Beatrice Belcuore, 25 anni, trovata senza vita il 22 aprile scorso nella Scuola marescialli e brigadieri dell’Arma a Firenze. Il tribunale ha annullato il provvedimento di archiviazione a causa di un vizio procedurale: la famiglia non era stata informata della richiesta di archiviazione, nonostante ne avesse fatto esplicita richiesta come previsto dalla legge.

“Ora proporremo opposizione all’archiviazione perché vogliamo conoscere la verità”, dichiara l’avvocato Riziero Angeletti, che rappresenta i genitori della vittima. “La Procura dimostri con esaustività di aver fatto tutto il possibile e necessario per arrivare a una conclusione, poi accetteremo pacificamente un’archiviazione”.

Il legale annuncia una serie di iniziative per fare luce sulla vicenda: “Chiederemo la riesumazione della salma per eseguire l’autopsia e depositeremo tre consulenze: una medico legale, un’altra dello psicologo forense e una terza del tecnico informatico sui messaggi contenuti nel cellulare”.

Numerosi i punti oscuri sollevati dalla famiglia: “Non sappiamo nulla sul foro di entrata e su quello di uscita. Una cosa è certa: se il colpo è entrato a sinistra e lei è destrorsa qualcuno dovrà spiegarmi cosa è successo. Inoltre perché lo sparo non è stato sentito dalle donne delle pulizie? La pistola era munita di silenziatore?”

L’avvocato Angeletti sottolinea anche un altro elemento da chiarire: una telefonata avvenuta la mattina stessa della tragedia. “Quella mattina Belcuore litigò al telefono con una terza persona, ma non risulta dagli atti chi fosse il suo interlocutore”, rivela il legale, che conclude: “Sia chiaro, non vogliamo scoprire chi l’ha uccisa, vogliamo sapere la verità”.

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