Brunetta, siglerà il rinnovo contrattuale di Forze Armate e di Polizia. Nel 2009 si scusò con i poliziotti “panzoni”
“Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi per la fiducia accordatami. Ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi, cui mi legano stima, riconoscenza e affetto. Da domani si torna al lavoro a Palazzo Vidoni, al servizio del mio Paese”. Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, neo ministro del Pubblica amministrazione del governo Draghi, che ritorna a palazzo Vidoni dopo 13 anni.
L’economista di Forza Italia sarà di nuovo il ministro della Pubblica amministrazione del governo Draghi, lo stesso dicastero che guidò dal 2008 al 2011 nell’ultimo esecutivo Berlusconi – quello di cui facevano parte anche le ri-ministre Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna – attirandosi numerose critiche per la riforma che mirava a “premiare i lavoratori meritevoli e punire i fannulloni”, anche con il licenziamento.
Brunetta succede a Fabiana Dadone che rimane nella compagine di governo, ma diventa la ministra delle Politiche Giovanili. Brunetta dovrà gestire la poderosa macchina amministrativa dello Stato alla luce dell’emergenza sanitaria. Non solo: dovrà fare i conti con la digitalizzazione del sistema, ormai necessaria per la competitività a livello mondiale. L’esponente di Forza Italia dovrà anche dare un’accelerata al dossier riguardante lo smart working soprattutto in vista del 30 aprile, quando scadranno i termini della procedura semplificata.
Nel Comparto Sicurezza e Difesa in molti non hanno dimenticato l’intervista rilasciata a Klauscondicio nel 2009 quando era ministro: «Bisogna mandare i poliziotti per le strade. Ma non è facile farlo: non si può mandare in strada il poliziotto “panzone” che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano. Bisogna cambiare il concetto stesso di sicurezza, deve essere fatta da chi la sa fare. Perché il passaporto bisogna farlo in questura? Il burocrate faccia il burocrate, i poliziotti con la pistola e il manganello vadano in giro per le strade, nelle automobili e in elicottero. Questa deve essere la sicurezza. Invece gran parte del nostro capitale umano impiegato nei sistemi di sicurezza è utilizzato per produrre carte e quindi burocrazia».
Dopo le critiche dei sindacati di polizia, le scuse non tardarono ad arrivare: «Nessuna volontà di offendere nessuno, solo una constatazione scherzosa per dire che chi per tanti anni ha fatto il burocrate dietro una scrivania, è difficile faccia il poliziotto alla Starsky e Hutch per la strada. Chiedo scusa ai bravissimi poliziotti con la pancia, nessuna offesa nei loro confronti, ma solo la constatazione che un eccesso di impegno burocratico delle forze dell’ordine ha spesso snaturato la missione principale del sistema sicurezza che è quella di stare per la strada per la sicurezza dei cittadini. Chiedo scusa non dovevo dire “panzoni“, ma dicendo “panzoni” tutti mi hanno capito tranne gli ipocriti».
Ma la sfida più importante che attende il neo ministro è rinnovo contrattuale di militari e poliziotti, scaduto ormai da 775 giorni. A tal proposito, Brunetta si vanta di essere l’ultimo Ministro della PA ad aver approvato un vero rinnovo del contratto per il pubblico impiego (nel 2009): allora l’aumento di stipendio base fu pari a 87,40€ a regime, oggi bisognerà fare meglio se si vorranno convincere i sindacati.