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BOCCIATA LA FUSIONE DELLE FORZE DI POLIZIA. RESTANO 5 CORPI, UNIFICATI SOLO GLI UFFICI

(di Marco Valeri) – Accorpare le forze di polizia, eliminando le
duplicazioni di funzioni per spendere meno e guadagnare in efficienza. È questa
«l’operazione rivoluzionaria» che il governo ha in serbo per le forze
dell’ordine, contenuta nel ddl di riforma della P.a. all’esame della Camera.

A
rivendicarlo è lo stesso ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna
Madia, a margine del convegno inaugurale del forum Pa. Convegno in cui è stata
contestata – una trentina di lavoratori del pubblico impiego del sindacato di
base hanno irrotto sul palco al grido di «contratto contratto» – ma che ha dato
modo al ministro di spiegare alcuni aspetti chiave della riforma in arrivo, tra
cui proprio l’intervento sulle forze dell’ordine.
Il risultato però non sarà una forza di polizia
unica
, sul modello del sindacato auspicato da Renzi: la riforma studiata
dal governo sceglie decisamente un approccio moderato. «Oggi i corpi di polizia
sono cinque, abbiamo deciso di accorpare – spiega la Madia – tutti i servizi
strumentali come gli uffici acquisti, gli uffici legali e altri». Carabinieri e
poliziotti, insomma, non dovrebbero essere fusi tra loro; però si cercherà di
far coesistere i corpi senza sovrapposizioni, specializzando maggiormente le
funzioni di ognuno.
«Le forze di polizia spesso hanno funzioni uguali, noi
abbiamo deciso di non avere più la duplicazione delle funzioni»
, continua
il Ministro, spiegando che oltre all’assorbimento dei servizi strumentali, si
prevede anche l’assorbimento «della Forestale in un altro corpo di Polizia». Ma
la vera riduzione, sottolinea Madia, sarà al vertice. «Pensiamo che cinque catene
di comando siano eccessive, come ha detto il Presidente del Consiglio, non
vogliamo più cinque corpi. In particolare prevediamo per il Corpo forestale
dello Stato di aumentare la tutela del territorio, ognuno deve avere una
propria specialità».
«Non risulta – protesta il vice Presidente del
Senato Maurizio Gasparri in una nota – che il ministero della Funzione pubblica
possa occuparsi di vicende così complesse, già affrontate in modo rozzo e
superficiale in occasione della discussione di propri provvedimenti al Senato.
Costretto già a vistose marce indietro, il ministro Madia farebbe bene a
occuparsi di altro», aggiunge, proponendo invece per le forze di polizia un
potenziamento degli organici e delle risorse. Comunque, il ddl dovrebbe
arrivare al più tardi per ottobre-novembre. «Al massimo entro l’autunno
arriverà l’approvazione definitiva del ddl P.a.», ha stimato Madia nel suo
intervento di apertura al Forum Pa. Il ministro ha chiarito poi che dopo il sì
del Senato alla riforma, ora il provvedimento è alla Camera, passaggio in cui,
ribadisce il governo sarà «aperto a modifiche» sul testo. Quanto ai tempi, ha
precisato: «Spero che per fine giugno si finisca alla Camera e se ci sbrighiamo
prima dell’estate anche al Senato», per la terza e conclusiva lettura.
Altrimenti il via libera del Parlamento giungerà al più tardi ad «inizio
autunno». L’impegno per il ministro resta portare a termine il ddl e i decreti
attuativi «per la fine del 2015».

La Madia ha alte speranze sull’esito
dell’operazione. «Mi auguro che la legge sulla P.a. e la sua attuazione ci
portino uno Stato che sia uno Stato semplice per i cittadini e per gli
imprenditori». Che non meritano, sottolinea il Ministro, l’attuale stato delle
cose.

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