Pensioni

Allarme pensione privilegiata poliziotti e militari. Ritardi biblici dell’INPS


Negli ultimi anni tra i poliziotti e i militari serpeggia un crescente malcontento nei confronti dell’Inps. Infatti, per loro ricevere la pensione privilegiata, che spetta loro di diritto, non è più così semplice. Ritardi significativi, tempi biblici per l’accettazione della domanda e ritardi nei pagamenti, creano chiaramente un malcontento tra gli esponenti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate. Costoro non riescono a percepire pensione privilegiata se non dopo mesi, in alcuni casi anche anni, e non senza continui grattacapi da risolvere. Ma a cosa dovuta tutta questa lentezza dell’Inps? E cosa si può fare per risolvere questo problema e tutelarsi?

PENSIONE PRIVILEGIATA, A CHI SPETTA

La pensione privilegiata è una pensione riconosciuta a causa di infermità o lesioni per cause di servizio. E’ stata poi abrogata con la legge numero 211 del 2011, meglio conosciuta come riforma Fornero per quasi tutti gli appartenenti della pubblica amministrazione. Fa eccezione il personale appartenente alle Forze Armate, all’Arma dei Carabinieri, alle Forze di Polizia, alla Guardia di Finanza e al corpo dei Vigili del Fuoco e soccorso pubblico. Per queste categorie la pensione di privilegio continua ad esistere. Nonostante il nome possa evocare un ingiusto vantaggio in capo ai destinatari, in realtà si tratta di un riconoscimento economico, seppur minimo, per quei servitori dello stato che abbiano avuto l’accertamento di infermità o lesioni per cause di servizio.

RITARDI BIBLICI DELL’INPS


La mala gestione potrebbe essere una delle prime cause degli enormi ritardi per il pagamento delle pensioni privilegiate, ritardi che possono protrarsi per lunghissimi periodi. Ma dietro a questi ritardi, oltre che a una generale mala gestione vi è anche un’altra ragione, in questo caso di carattere amministrativo. Sui forum e su altre fonti facilmente reperibili via internet si può ben comprendere come moltissimi poliziotti e militari siano in attesa della loro pensione privilegiata da mesi, alcuni anche da anni. Costoro, ovviamente, si sarebbero recati più volte nelle sedi opportune per chiedere delucidazioni sul mancato pagamento della loro pensione privilegiata, ma senza trovare nessuna risposta certa. In alcuni casi, l’Inps non ha risposto alle email, in molti altri, (quando finalmente il destinatario riusciva a parlare con qualcuno, cosa non facile!), che la documentazione era incompleta o mancante. In poche parole, l’Inps non sarebbe stata in grado di rispondere concretamente ad un reale bisogno di questi poliziotti e militari. Bisogna infatti considerare che dietro queste pratiche si celano persone in carne ed ossa, con i loro problemi e le loro difficoltà, e spesso anche con una famiglia a carico. Non pagare loro la pensione privilegiata, che dovrebbero ottenere di diritto, significa limitare la capacità economica di molte famiglie.

COME FARE? SI PUO’ DENUNCIARE?


La situazione non è per niente positiva ed è necessario al più presto un intervento per contrastare questi ritardi nel pagamento delle pensioni privilegiate. Nel 2018, ha avuto molto eco il caso di un poliziotto che, dopo quattro anni di ritardo, ha deciso di far causa e l’ha vinta. Il poliziotto in questione ha aspettato per anni la sua pensione privilegiata e più volte si è recato negli uffici dell’Inps, dove gli è stato detto che mancavano dei documenti nella sua pratica. Il poliziotto, nonostante in realtà non fosse compito suo presentare la documentazione, si è dato da fare per reperire i dati mancanti e per consegnarli all’Inps. Ma questo non è servito a nulla: sono state infatti addotte altre scuse più o meno credibili e la pensione non è stata versata. Solo dopo un lungo iter di quattro anni, il poliziotto è riuscito a ricevere ciò che era suo diritto avere e ha quindi deciso di denunciare l’accaduto. Ha infatti presentato un esposto alla procura della repubblica per l’incomprensibile ritardo nella gestione della pratica.
Denunciare pare essere, al momento, l’unica soluzione, se si vuole cercare di smuovere la situazione. E’ necessario presentare una diffida alle prime avvisaglie di ritardo. Se anche dopo la diffida la situazione non cambia, bisogna, purtroppo, rivolgersi ad un legale per far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune.

RITARDI PENSIONI PRIVILEGIATE: UNA SITUAZIONE CHE DEVE CAMBIARE


Si ben comprende come non si possa andare avanti così e che la situazione deve essere segnalata e portata alla luce. Forse, solo in questo modo si può auspicare un cambiamento. Infodifesa ha deciso di sollevare questa gravissima problematica, sperando in una soluzione, come è già avvenuto in altri casi, come ad esempio per quanto riguarda l’intervento per il ricalcolo pensionistico degli arruolati 81/83 per il quale si attendono le motivazioni delle Sezioni Unite della Corte dei Conti in questi giorni.

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