ALLA SCORTA DELLA MINISTRA PINOTTI , L’ENCOMIO SOLENNE NEGATO AGLI “EROI”
C’è chi ha affrontato rapinatori e chi ha arrestato mafiosi, chi ha salvato vite e chi ha rischiato la propria. Molti uomini in divisa, quasi tutti, ricevono a malapena un complimento e il giorno dopo ritornano al lavoro di tutti giorni, nel consueto anonimato. Questa è la vita del carabiniere, si dirà. Sentirsi dire grazie, può essere gradito, ma non è certo obbligatorio.
A qualcuno, invece, sembra essere andata decisamente molto meglio. Per esempio ai quattro militari che svolgono la scorta del ministro della Difesa Roberta Pinotti: tutti, nessuno escluso, nell’agosto dell’anno scorso sono stati premiati con l’encomio solenne.
Un’onorificenza che, come recita il codice dell’ordinamento militare, «consiste in una lode particolare per atti eccezionali». I quattro sono riusciti a ottenere un premio che non è stato assegnato nemmeno ai due militari che salvarono dieci vite durante l’alluvione del 2011. La loro candidatura è stata proposta da qualcuno che conosce da vicino il loro operato: il ministro.
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di Tommaso Fregatti e Marco Grasso