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Al via il maxi piano da 5 miliardi per rinnovare i veicoli da combattimento dell’Esercito Italiano

Il programma A2CS (Army Armored Combat System) per il rinnovamento della capacità di combattimento pesante dell’Esercito Italiano entrerà nel vivo entro fine anno. Lo ha confermato una fonte del Ministero della Difesa, spiegando che l’obiettivo è arrivare all’individuazione di un raggruppamento industriale in grado di sviluppare i nuovi veicoli che andranno a sostituire gli attuali “Dardo”.

Obiettivo: una famiglia di veicoli modulari

L’A2CS punta a realizzare un “sistema di sistemi”, una famiglia di piattaforme modulari per fanteria, comunicazioni, esplorazione, guastatori e altri ruoli. I veicoli saranno caratterizzati da tecnologie mature e capacità evolutive, per un totale di 1050 mezzi nei prossimi 15 anni, con un investimento di 5,2 miliardi di euro.

Per rispettare le scadenze, quest’anno sarà decisivo. Difesa e aziende sono al lavoro per individuare partner industriali europei, fondamentali per contenere costi e tempi. Leonardo e Iveco Defence Vehicles, a cui il Ministero ha affidato il coordinamento, dovrebbero presentare una proposta di raggruppamento entro Natale.

Prototipi tra 2027-28, consegne dal 2029

Tra i player in pole position ci sono il franco-tedesco KNDS, che proporrebbe il cingolato Boxer, la tedesca Rheinmetall con il Lynx e la svedese BAE Systems con il CV90. L’obiettivo è sviluppare 20 prototipi tra 2027 e 2028 per poi avviare le consegne dal 2029 al 2041.

Concepito come sistema integrato, l’A2CS garantirà piena interoperabilità e interconnessione tra piattaforme e sistemi di comando e controllo, contribuendo all’efficacia multidominio delle operazioni.

L’evoluzione dall’AICS all’A2CS

Il programma era inizialmente noto come AICS (Armored Infantry Combat System), per poi assumere la nuova denominazione che sottolinea la volontà di rinnovare l’intera capacità da combattimento pesante su base modulare.

Sinergie con il carro armato MGCS

Proprio questa impostazione “a sistema di sistemi” è considerata strategica per creare sinergie con lo sviluppo del futuro carro armato europeo MGCS (Main Ground Combat System), del quale l’A2CS rappresenta il naturale anticipatore.

Tuttavia, dopo l’iniziale apertura, il consorzio franco-tedesco che guida l’MGCS ha recentemente chiuso agli altri partner, suscitando preoccupazione in Italia per il rischio di restare ai margini del programma. Una volta definiti i player dell’A2CS, il nostro Paese potrà però tornare a proporsi come partner di primo piano anche per il carro del futuro.

Centralità dei mezzi terrestri nelle strategie della Difesa

Intanto, l’avvio dell’A2CS conferma la centralità dell’ammodernamento dei mezzi terrestri nella strategia di rinnovamento dello strumento militare, già delineata nel Documento Programmatico Pluriennale della Difesa 2023-2025.

I nuovi veicoli saranno più tecnologici, connessi, modularizzati e interoperabili, in linea con la dottrina multidominio e con le esigenze delle missioni internazionali a cui l’Italia partecipa. Si tratta di un passo importante per colmare il gap accumulato negli anni e assicurare all’Esercito capacità di combattimento coeve alle sfide del futuro.

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