ADESSO L’ITALIA HA 18 MARINAI INDIANI IN CARCERE DA SCAMBIARE CON I DUE MARÒ
L’occasione è di quelle da non
farsi scappare: l’Italia da qualche giorno ha in mano le sorti di 18 marinai
indiani fermati su una nave carica di hashish, quasi 70 tonnellate, presi al
largo delle coste palermitane e attualmente detenuti all’Ucciardone in isolamento
con un ‘accusa che può comportare 20 anni di carcere a testa: traffico
internazionale di quantità ingente di stupefacenti. Sia pure droga leggera.
farsi scappare: l’Italia da qualche giorno ha in mano le sorti di 18 marinai
indiani fermati su una nave carica di hashish, quasi 70 tonnellate, presi al
largo delle coste palermitane e attualmente detenuti all’Ucciardone in isolamento
con un ‘accusa che può comportare 20 anni di carcere a testa: traffico
internazionale di quantità ingente di stupefacenti. Sia pure droga leggera.
Ma
il carico è un po’ troppo pesante: 70 tonnellate infatti potrebbero bastare a
fare fumare tutti i consumatori italiani (circa 6 milioni) per almeno 6 mesi.
L’India ha già chiesto tramite l’ambasciatore in Italia che i marinai vengano
rilasciati. Si proclamano innocenti e si dicono ignari ed estranei al
carico che trasportava la loro nave. Definito “un tesoro”. La notizia è stata
data da “Repubblica” oggi in un articolo di Salvo Palazzolo peraltro semi
nascosto nelle pagine internet del quotidiano e valorizzato solo dalla rassegna
stampa di “Ristretti Orizzonti”. Eppure è chiaro che, al di là delle geremiadi
sull’obbligatorietà dell’azione penale e del libero convincimento della
direzione distrettuale antimafia, adesso il nostro paese ha in mano una ghiotta
opportunità per scambiare i 18 marinai indiani che trasportavano 70 tonnellate
di droga leggera “a loro insaputa” con i due marò che da tre anni aspettano che
l’Italia assuma una seria iniziativa diplomatica per farli tornare in patria.
Secondo l’articolo di “Repubblica, l’ambasciata indiana “ha chiesto
ufficialmente spiegazioni al nostro ministero degli Esteri, e lunedì un alto
dirigente della delegazione di New Delhi in Italia è arrivato al palazzo di
giustizia di Palermo per incontrare i magistrati che indagano sulle navi della
droga, il procuratore aggiunto Teresa Principato e il sostituto Maurizio
Agnello.”In pratica “l’ambasciata chiede la liberazione dei marinai.” La ex
titolare agli Esteri e neo miss Pesc della Ue Federica Mogherini potrebbe anche
prendere la palla al balzo. Parafrasando un noto slogan usato spesso a
sproposito negli scorsi anni, anche in questo caso si potrebbe dire: “se non
ora quando?”
il carico è un po’ troppo pesante: 70 tonnellate infatti potrebbero bastare a
fare fumare tutti i consumatori italiani (circa 6 milioni) per almeno 6 mesi.
L’India ha già chiesto tramite l’ambasciatore in Italia che i marinai vengano
rilasciati. Si proclamano innocenti e si dicono ignari ed estranei al
carico che trasportava la loro nave. Definito “un tesoro”. La notizia è stata
data da “Repubblica” oggi in un articolo di Salvo Palazzolo peraltro semi
nascosto nelle pagine internet del quotidiano e valorizzato solo dalla rassegna
stampa di “Ristretti Orizzonti”. Eppure è chiaro che, al di là delle geremiadi
sull’obbligatorietà dell’azione penale e del libero convincimento della
direzione distrettuale antimafia, adesso il nostro paese ha in mano una ghiotta
opportunità per scambiare i 18 marinai indiani che trasportavano 70 tonnellate
di droga leggera “a loro insaputa” con i due marò che da tre anni aspettano che
l’Italia assuma una seria iniziativa diplomatica per farli tornare in patria.
Secondo l’articolo di “Repubblica, l’ambasciata indiana “ha chiesto
ufficialmente spiegazioni al nostro ministero degli Esteri, e lunedì un alto
dirigente della delegazione di New Delhi in Italia è arrivato al palazzo di
giustizia di Palermo per incontrare i magistrati che indagano sulle navi della
droga, il procuratore aggiunto Teresa Principato e il sostituto Maurizio
Agnello.”In pratica “l’ambasciata chiede la liberazione dei marinai.” La ex
titolare agli Esteri e neo miss Pesc della Ue Federica Mogherini potrebbe anche
prendere la palla al balzo. Parafrasando un noto slogan usato spesso a
sproposito negli scorsi anni, anche in questo caso si potrebbe dire: “se non
ora quando?”