Addio Leopard, il futuro è Panther. Da KNDS a Rheinmetall, cosa cambia per i carri armati italiani
L’accordo siglato tra Leonardo e Rheinmetall AG per la realizzazione di nuovi carri armati e veicoli blindati segna una svolta importante per l’industria della difesa italiana. Dopo il naufragio del precedente accordo con la francese KNDS, Leonardo ha virato rapidamente verso il colosso tedesco Rheinmetall, cambiando completamente gli scenari futuri.
Dalla partnership fallita con KNDS al nuovo accordo
Per l’Esercito Italiano il programma dei nuovi carri armati è di importanza vitale. I Leopard 2A8 previsti nell’accordo con KNDS avrebbero permesso di ammodernare la linea carri, affiancando gli Ariete C1 in via di ammodernamento nella versione C2. Inoltre si sarebbero svecchiati i mezzi speciali su telaio Leopard 1 ormai obsoleti. L’intesa è però naufragata sul contenuto industriale che KNDS avrebbe concesso, con Leonardo che puntava ad una forte italianizzazione su spinta dell’Esercito.
Ora l’accordo con Rheinmetall prevede l’adozione del carro KF-51 Panther, ancora in fase di sviluppo ma presentato come potenziale futuro MBT europeo. Rispetto al collaudato Leopard 2A8 si tratta di un prodotto nuovo e con enormi margini di crescita. Inoltre l’ampio coinvolgimento nazionale, con il 60% di lavoro italiano (sia Leonardo che Rheinmetall Italia), consentirà di sviluppare e integrare numerose tecnologie di Leonardo, superando i limiti posti da KNDS.
I Leopard 2A8 sarebbero stati una soluzione pronta e veloce, il Panther richiederà più tempo per lo sviluppo. Ma l’Esercito potrà disporre di mezzi di ultimissima generazione, con tecnologie all’avanguardia sviluppate da Leonardo. Inoltre l’accordo rilancia anche l’ammodernamento degli Ariete, che con l’arrivo repentino dei Leopard sarebbe stato ridimensionato.
La joint venture alla pari tra Leonardo e Rheinmetall
La joint venture 50/50 tra Leonardo e Rheinmetall Italia, con sede in Italia, ricoprirà un ruolo chiave come prime contractor, system integrator e lead system integrator. L’intesa getta le basi anche per una possibile partecipazione italiana al futuro carro europeo MGCS, dopo le resistenze franco-tedesche. E potrebbe attirare nell’orbita del programma Panther altri Paesi europei interessati al MGCS ma finora esclusi.
Per l’industria italiana si tratta di un successo, con Leonardo che potrà finalmente mettere a frutto le proprie competenze distintive nei sistemi elettronici e nelle torrette. Il programma da 23 miliardi di euro prevede 132 carri da combattimento, 140 mezzi speciali su stesso scafo e 570 veicoli blindati KF-41 Lynx. Con prospettive di esportazione per le nuove versioni sviluppate.
Tutte le differenze tra i carri armati tedeschi Panther e Leopard 2
Quando si tratta di armamento principale, elettronica e connessione in rete, i due corazzati differiscono in maniera significativa. Il Panther sviluppato da Rheinmetall è più leggero di 4 tonnellate rispetto al Leopard 2 di KMW, con 59 tonnellate di peso.
L’armamento è uno degli aspetti che segna la differenza maggiore: il cannone del Panther ha calibro 130 mm, superiore ai 120 mm del Leopard 2, con una gittata e capacità di penetrazione superiori del 50%. Ciò gli consente potenzialmente di avere ragione delle corazzature reattive del carro russo Armata.
Il Panther è inoltre più avanzato nell’elettronica e nella connettività di rete, potendo controllare droni e veicoli a pilotaggio remoto. Dispone anche di sistemi anti-drone.
Infine, il costo stimato del Panther è inferiore del 25% circa: 15 milioni di euro contro i 20 del Leopard 2.
In conclusione, dopo le opacità dell’accordo con KNDS, il matrimonio con Rheinmetall segna una svolta. Permetterà all’Italia di dotarsi di mezzi corazzati di ultima generazione, con un coinvolgimento strategico dell’industria nazionale. Un passo avanti verso una maggiore autonomia tecnologica europea nel settore, in partnership con un solido gruppo industriale tedesco. Le potenzialità sono ancora tutte da esplorare, ma gli scenari futuri appaiono più rosei.
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