Addio alla rappresentanza militare, al via le associazioni sindacali nelle Forze Armate. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che sancisce il passaggio dopo quasi mezzo secolo
Una svolta epocale per le Forze Armate italiane. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 6 aprile del Decreto del 29 marzo 2024, si chiude dopo quasi 46 anni l’esperienza della rappresentanza militare e inizia l’era delle associazioni sindacali tra i militari.
Addio rappresentanza militare, al via le associazioni sindacali
Il nuovo decreto individua e riconosce ufficialmente le associazioni professionali a carattere sindacale rappresentative del personale militare per il triennio 2022-2024. Già al prossimo tavolo per il rinnovo del contratto, siederanno i segretari generali delle sigle che hanno raggiunto la soglia di rappresentatività.
La rappresentanza militare era stata istituita con la legge 382 del 1978 con lo scopo di tutelare gli interessi collettivi dei militari, pur con forti limitazioni rispetto alle organizzazioni sindacali del lavoro privato e pubblico.
Ruolo controverso della rappresentanza militare
In quasi mezzo secolo di attività, ha svolto un ruolo controverso: per alcuni è stata uno strumento di democrazia interna alle Forze Armate, per altri soltanto un organismo controllato dai vertici militari.
Ora inizia la sfida delle nuove associazioni sindacali, che dovranno dimostrare di saper rappresentare gli interessi dei militari e portare avanti rivendicazioni, pur nel rispetto della specificità e delle esigenze operative delle Forze Armate. Il banco di prova sarà il rinnovo del contratto, con le associazioni chiamate a comportarsi da sindacato pur con i limiti propri dello status di militare.
Con la fine della rappresentanza militare si volta pagina dopo decenni, aprendo a un dialogo e a relazioni industriali nuove nel mondo della difesa italiana. Le associazioni sindacali sono chiamate a cogliere questa opportunità nell’interesse del personale in uniforme.
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