Esercito

Peste suina, il governo schiera l’esercito per abbattere i cinghiali infetti

Roma – Un morbo del tutto innocuo per l’uomo, ma potenzialmente letale per il 90% dei maiali infettati. La peste suina africana si aggira da almeno un paio d’anni per l’Appennino settentrionale, ma il recente ritrovamento di carcasse di cinghiali infette in Emilia-Romagna fa salire il livello d’allerta. Per questo il governo Meloni è pronto a schierare l’esercito, al fianco dei cacciatori, per abbattere i cinghiali che trasportano il virus verso gli allevamenti del Centro e Nord Italia.

L’obiettivo è impedire il salto dell’infezione dagli animali selvatici a quelli negli allevamenti, cosa che porterebbe al blocco delle esportazioni di salumi Made in Italy. Nonostante al momento non si siano registrati casi negli allevamenti, i protocolli Ue hanno già attivato restrizioni nelle zone interessate, portando diversi Paesi come Cina, Giappone e Canada a bloccare precauzionalmente le importazioni di salumi italiani.

Ai militari il compito della bio-regolazione

Nell’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri, si prevedono più poteri per il Commissario straordinario e l’invio nelle aree colpite di 177 militari con compiti di sorveglianza e abbattimento selettivo dei cinghiali infetti. Una misura ritenuta necessaria dagli esperti per frenare la diffusione del virus ed evitare un danno enorme all’export di prodotti simbolo del Made in Italy come il Prosciutto di Parma. Un’attività che comunque sarà a tempo: l’impiego del contingente anti Psa sarà di 12 mesi, rinnovabili per una sola volta.

“Finora il contrasto alla peste suina nel selvatico si è fatto solo in teoria – denuncia Elio Martinelli di Assosuini – si deve agire come in Sardegna, dove il virus è stato eradicato grazie al coinvolgimento di tutti, a partire dai cacciatori. Ora bisogna intervenire velocemente per salvare il comparto”. L’auspicio è che non si arrivi al peggiore degli scenari, con il tragico abbattimento preventivo di tutti i capi negli allevamenti, anche quelli sani.

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