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“LA MINISTRA MARIANNA MADIA SALVA TRE GENERALI CON UN COLPO SOLO”

(di Alberto De Marchis) – E’ critico il Partito per la tutela dei Diritti
di Militari e Forze di polizia (Pdm) rispetto al ddl Madia approvato oggi alla
Camera che secondo il partito “poteva e doveva essere l’occasione per
cambiare realmente la pubblica amministrazione e invece si è rivelata la solita
riforma gattopardesca”.

In una nota il Pdm asserisce che “Della tanto
sbandierata riduzione delle forze di polizia – dicono –  la bravissima
ministra Madia respingendo ogni emendamento in tal senso è riuscita con un solo
colpo a salvare la poltrona del comandante generale del Corpo della guardia di
finanza proprio quando, invece, i fatti di questi giorni che coinvolgo in prima
persona il premier avrebbero suggerito di procedere alla sua smilitarizzazione,
ha respinto ogni ipotesi di accorpamento dell’Arma dei Carabinieri con la
Polizia di Stato e, infine, cambiando il testo del disegno di legge che lei
stessa aveva scritto e firmato, dopo le lamentele del comandante generale del
Corpo delle capitanerie di porto, l’ammiraglio ispettore capo (CP) Felicio
Angrisano, ha evitato che quest’ultimo fosse assorbito dalla Marina militare
che, invece, sarebbe stata la sua naturale collocazione.In particolare, come
era facilmente prevedibile, la giovane ministra è riuscita a far rivivere gli
antichi e mai realmente assopiti rancori tra le forze di polizia e le forze
armate, regalando ai primi un riordino delle carriere in cambio dello
smembramento e della militarizzazione del Corpo forestale dello Stato. Un
riordino delle carriere che comunque resterà solo uno spot elettorale per
alcuni perché a conti fatti servirebbe circa un miliardo di euro che non c’è.”

Il provvedimento è arrivato a Montecitorio il 12
maggio scorso, dopo un passaggio in commissione che ha portato diverse
modifiche: dirigenti licenziabili solo dopo pagella negativa, stop ai rinnovi
automatici, demansionamento, polo per i concorsi pubblici, numero unico per le
emergenze, riordino dell’Avvocatura dello Stato, Freedom of information act. Il
ddl Madia (Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione) è
approdato in Aula la settimana scorsa, dove sono giunte altre modifiche, tra
cui l’abolizione del voto minimo di laurea per l’accesso ai concorsi e la
revoca degli incarichi per i dirigenti condannati per danno erariale, anche se
non in via definitiva. 
ll ministro Madia commenta: “La soddisfazione sarà
massima quando queste norme e i relativi decreti legislativi si tradurranno in
cambiamenti nella vita dei cittadini e degli imprenditori. Il lavoro è ancora
tanto, ma quello di oggi è certamente un passo importante”. Ora il testo
torna al Senato, che aveva dato il suo primo via libera alla riforma a fine
aprile, dopo un lungo iter, durato otto mesi, con la riscrittura di molte
parti. Il governo si è impegnato a provvedere ai decreti attuativi, non pochi
viste le deleghe, entro la fine dell’anno. 

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