FACEBOOK DIFENDE I MILITARI. «IN PIAZZA SE INDAGANO IL CARABINIERE CHE HA SPARATO»
(di Andrea Aliverti) – «Carabiniere indagato? Scendiamo in piazza in sua difesa».
La tragica sparatoria di via Pietro Micca infiamma le bacheche dei social
network.
E c’è chi è pronto a mobilitarsi a favore del militare che ha aperto il fuoco
uccidendo William Trunfio.
La tragica sparatoria di via Pietro Micca infiamma le bacheche dei social
network.
E c’è chi è pronto a mobilitarsi a favore del militare che ha aperto il fuoco
uccidendo William Trunfio.
L’episodio di ieri notte anima sulla Rete un dibattito che
per certi versi, anche se la vicenda è estremamente diversa, ricorda quello che
fece seguito al tragico incidente che costò la vita al giovane writer di Somma
Lombardo Edoardo Baccin.
per certi versi, anche se la vicenda è estremamente diversa, ricorda quello che
fece seguito al tragico incidente che costò la vita al giovane writer di Somma
Lombardo Edoardo Baccin.
Commenti contro il bandito
Anche se in questo caso, vista la gravità dell’episodio,
nessuno arriva a schierarsi contro il carabiniere che ha sparato un colpo di
pistola mortale.
«Fuori uno», oppure «ha fatto bene a farlo fuori» e «un criminale in meno»,
sono alcuni dei commenti che compaiono sulle più affollate bacheche Facebook
che parlano della città, mischiati tra i più prevedibili accostamenti di
Gallarate al Bronx o al Far West, anche per il ripetersi di episodi di violenza
efferata negli ultimi anni.
Perché, come sottolinea Giuseppe Gasberti, «i cittadini sono
esasperati dal degrado e dalla gentaglia che circola indisturbata per
Gallarate».
Ma è soprattutto il fatto che il militare ora rischi di finire sotto indagine
per eccesso di legittima difesa, a scatenare le reazioni più indignate del
“popolo del web”.
nessuno arriva a schierarsi contro il carabiniere che ha sparato un colpo di
pistola mortale.
«Fuori uno», oppure «ha fatto bene a farlo fuori» e «un criminale in meno»,
sono alcuni dei commenti che compaiono sulle più affollate bacheche Facebook
che parlano della città, mischiati tra i più prevedibili accostamenti di
Gallarate al Bronx o al Far West, anche per il ripetersi di episodi di violenza
efferata negli ultimi anni.
Perché, come sottolinea Giuseppe Gasberti, «i cittadini sono
esasperati dal degrado e dalla gentaglia che circola indisturbata per
Gallarate».
Ma è soprattutto il fatto che il militare ora rischi di finire sotto indagine
per eccesso di legittima difesa, a scatenare le reazioni più indignate del
“popolo del web”.
«Astenersi buonisti»
«Fuori le palle anche noi e scendiamo in piazza a difendere
ciò che è giusto» l’appello diEmanuela Campi, tra i tanti cittadini che
ieri hanno commentato la notizia.
Per lei il carabiniere meriterebbe una mobilitazione di piazza: «Che schifo,
che vergogna – interpellata direttamente, Emanuela Campi non si trattiene
rispetto all’ipotesi di indagine a carico del militare – scusatemi ma sono
indignata. Se così fosse, se quel carabiniere che ha fatto il proprio dovere
per difendere un collega dovesse finire sotto indagine, io sarò la prima a
scendere in piazza. A dire basta con questo politicamente corretto e finto
buonismo».
Perché la gallaratese è convinta che «se le forze dell’ordine sparassero di più
e se le pene fossero più severe, o meglio “effettive”, si delinquerebbe di
meno».
Di fronte a toni così «forti» c’è anche chi invoca più moderazione e umanità,
di fronte alla morte di una persona, ma il giudizio della Rete pende
decisamente dalla parte del militare che ha fatto fuoco. Tanto che c’è chi
arriva a scrivere: «Non si accettano commenti da buonisti dell’ultim’ora.
Sosteniamo sempre chi mette a repentaglio la propria vita per difendere la
nostra».
ciò che è giusto» l’appello diEmanuela Campi, tra i tanti cittadini che
ieri hanno commentato la notizia.
Per lei il carabiniere meriterebbe una mobilitazione di piazza: «Che schifo,
che vergogna – interpellata direttamente, Emanuela Campi non si trattiene
rispetto all’ipotesi di indagine a carico del militare – scusatemi ma sono
indignata. Se così fosse, se quel carabiniere che ha fatto il proprio dovere
per difendere un collega dovesse finire sotto indagine, io sarò la prima a
scendere in piazza. A dire basta con questo politicamente corretto e finto
buonismo».
Perché la gallaratese è convinta che «se le forze dell’ordine sparassero di più
e se le pene fossero più severe, o meglio “effettive”, si delinquerebbe di
meno».
Di fronte a toni così «forti» c’è anche chi invoca più moderazione e umanità,
di fronte alla morte di una persona, ma il giudizio della Rete pende
decisamente dalla parte del militare che ha fatto fuoco. Tanto che c’è chi
arriva a scrivere: «Non si accettano commenti da buonisti dell’ultim’ora.
Sosteniamo sempre chi mette a repentaglio la propria vita per difendere la
nostra».