Editoriale

Israele lancia l’operazione Breaking Dawn a Gaza: ucciso leader della Jihad Islamica

L’aviazione israeliana ha colpito la striscia di Gaza e le forze armate hanno annunciato l’avvio dell’operazione ‘Breaking Dawn’. Tra le cause del raid, le minacce indirizzate al Paese in seguito alla cattura in Cisgiordania di a-Saadi, leader della Jihad Islamica.

Nuova escalation di tensione a Gaza. Un leader della Jihad Islamica e un numero compreso tra i dieci e i venti miliziani palestinesi sono stati uccisi in un raid aereo condotto dalle forze armate israeliane su diversi obiettivi nella Striscia di Gaza. Tra questi anche un edificio di dieci piani destinato a uffici situato nel pieno centro di Gaza City. Tra le vittime ci sono anche alcuni civili. Il bilancio è di otto morti (tra cui una bambina di 5 anni) secondo il ministero della Salute di Hamas e secondo quanto riferito dalle autorità che governano l’enclave palestinese. Oltre quaranta invece i feriti.

L’operazione Breaking Dawn

L’esercito israeliano sta conducendo raid aerei con l’obiettivo di colpire le strutture della Jihad Islamica nella Striscia di Gaza. I media palestinesi spiegano che gli attacchi si concentrano nel quartiere di Rimal a Gaza, dove si trova la Palestine Tower. L’attacco arriva dopo le minacce arrivate dalla Jihad Islamica seguite all’arresto di uno dei suoi leader in Cisgiordania: Bassam a-Saadi si trovava a Jenin quando è stato catturato.

L’ala militare della sua organizzazione, in seguito all’arresto, ha decretato lo stato di massima allerta fra i miliziani e ha minacciato attacchi contro Israele, che teme in particolare lanci di razzi anticarro da Gaza contro veicoli israeliani in transito ai bordi della Striscia.

Il raid, secondo quanto riferito dalle Forze della Difesa israeliana che hanno nominato l’operazione ‘Breaking Dawn’, è stato lanciato contro l’organizzazione estremista. Le Brigate al-Quds, il braccio armato del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, hanno identificato il leader ucciso in Tayseer Al-Jabari, nome di battaglia “Abu Mahmoud”. Le forze di difesa israeliane hanno confermato l’identità dell’uomo ucciso, affermando che la vittima era a capo di diverse squadre il cui compito sarebbe stato quello di preparare attacchi contro Israele.

“La situazione nel Sud del Paese è tesa. Noi non cerchiamo un conflitto, ma non esiteremo a difendere i nostri cittadini se necessario“, è il messaggio del ministro della Difesa israeliano Benny Gantz. “Ai nostri nemici, in particolare ai leader di Hamas e della Jihad Islamica, voglio dire che il tempo è scaduto. Questa minaccia sarà rimossa, in un modo o in un altro”, conclude.

La reazione, per ora solo a parole, della Jihad Islamica è arrivata subito dopo l’inizio dei raid dell’aviazione israeliana: “Non ci sono linee rosse in questa guerra contro Israele e Tel Aviv sarà sotto i colpi della resistenza, nelle prossime ore lo dimostreremo”.

Fonte Adnkronos

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