Carabinieri

Carabiniere non avrebbe dovuto avere la pistola, uccise le figlie e si suicidò: medici a giudizio

Andranno a processo i due medici che, rilasciando appositi certificati, hanno acconsentito l’uso della pistola d’ordinanza a Luigi Capasso, carabiniere che il 28 febbraio 2018 – a Cisterna di Latina- uccise le due figlie, ferì la moglie e si tolse la vita. L’accusa nei confronti del medico di famiglia Quintilio Facchini e del medico militare Chiara Verdone è di omicidio colposo e lesioni colpose: la prima udienza del processo è stata fissata al 16 marzo 2023. A difendersi dalle accuse, dunque, i due professionisti che dopo le visite mediche accordarono la restituzione della pistola all’appuntato 44enne, a fronte di un periodo di sospensione dovuto alla denuncia della moglie, Antonietta Gargiulo.

Un via libera accordato tre mesi prima di quella mattina di febbraio in cui Capasso uccise le figlie nel sonno cercando di eliminare anche la donna da cui si era separato. Inoltre, si attende la decisione del giudice su un procedimento ‘gemello’ relativo alle presunte responsabilità di tre carabinieri ed un poliziotto, coinvolti, a vario titolo, nella catena di omissioni che ha portato al duplice delitto di Alessia e Martina, rispettivamente 13 e 7 anni. Da un lato i superiori di Capasso che gli hanno consentito di reimpossessarsi dell’arma, dall’altro il poliziotto che avendo raccolto la denuncia di Antonietta sulle persecuzioni messe in atto dal marito poco tempo prima del duplice omicidio, non si adoperò per tutelare l’incolumità di madre e figlie.

La Procura si è già pronunciata chiedendo l’archiviazione per gli esponenti delle forze dell’ordine, ma l’odierno rinvio a giudizio dei medici potrebbe dare forza all’opposizione all’archiviazione presentata dalla donna.

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