Esteri

I talebani prendono Kabul. Il presidente fugge. In 10 giorni hanno ripreso l’Afghanistan

Dopo aver preso il controllo in meno di dieci giorni della maggior parte delle città dell’Afghanistan, i talebani hanno circondato Kabul e sono entrati nella capitale che si prepara alla resa finale. Una situazione drammatica e di profonda incertezza: il presidente Ashraf Ghani è fuggito in Tagikistan insieme ai suoi più stretti collaboratori e i talebani stanno entrando in città. Le trattative in corso in queste ore lavorano per un governo di transizione: a guidarlo, dicono fonti diplomatiche, sarà l’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania, Ali Ahmad Jalali. Per questo domani, una delegazione del governo afghano, sarà in Qatar per incontrare i rappresentanti dei talebani e negoziare una “transizione pacifica”. I talebani insistono nel dire di “non voler usare le armi” per la presa finale del potere. Il portavoce dei talebani, Suhail Shaheen, ha dichiarato all’emittente televisiva britannica “Bbc” che “non ci sarà vendetta” nei confronti del popolo afgano. “Assicuriamo alle persone in Afghanistan, in particolare nella città di Kabul, che le loro proprietà, le loro vite sono al sicuro: non ci sarà vendetta nei confronti di nessuno”, ha detto Shaheen, aggiungendo: “Siamo i servi del popolo e di questo Paese”.Intanto procedono le evacuazioni delle ambasciate di Usa, Francia, Germania e Italia: gli italiani lasceranno il Paese in serata e, ha garantito la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, anche i collaboratori afghani saranno accolti. Intanto oggi Papa Francesco, durante l’Angelus, ha chiesto di pregare “il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”.

I talebani circondano Kabul – I residenti hanno riferito di spari e combattimenti per le strade e secondo l’agenzia russa Ria novosti davanti al palazzo dell’università, nella parte occidentale della capitale, sono state issate le bandiere dei talebani. Gli insorti in una nota avevano anticipato di non voler prendere la capitale “con la forza” e di voler trattare per un ingresso che eviti danni alle persone, oltre a promettere che le proprietà private non saranno colpite. Ai combattenti, riporta Reuters, è stato ordinato di evitare violenze e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene. I civili afghani stanno scappando a piedi e in auto verso l’aeroporto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città.Prese anche la città di Bamiyan e la base aerea di Bragram – Il portavoce dei talebani ha annunciato che oltre a Jalalabad, presa senza combattere, è caduta anche Bamiyan: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001. Le milizie taliban in dieci giorni hanno conquistato la stragrande maggioranza dei capoluoghi di provincia, incontrando scarsa opposizione.

 

Un funzionario afghano ha riferito che le forze della base aerea di Bagram, sede di una prigione che ospita 5.000 detenuti, si sono arrese ai talebani. Il capo del distretto di Bagram, Darwaish Raufi, ha riferito che la resa ha consegnato l’ex base americana agli insorti. La prigione ha ospitato sia i talebani che i combattenti del gruppo dello Stato Islamico.Intanto ieri i Talebani hanno nominato ministro degli affari femminili a Herat un religioso della linea dura. Questo indica l’intenzione dei talebani di instaurare la legge islamica, o sharia, nella parte dell’Afghanistan sotto il loro controllo. Un’attivista di spicco delle donne ha detto all’Associated Press che gli insorti hanno chiamato Mujeeb Rahman Ansari, che è “fortemente contro i diritti delle donne” ed è diventato famoso per le decine di cartelloni pubblicitari che ha installato in tutta la provincia di Herat che demonizzano coloro che avrebbero promosso i diritti delle donne. I suoi cartelloni dicono soprattutto che le donne devono indossare il velo islamico, o hijab.

 

 

 

 

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