Carabiniere bersagliato da insulti sui social. Autore risarcisce con 2500 euro. “I soldi andranno in beneficenza”
Una valanga d’odio sui social viene ‘canalizzata’ nel suo esatto opposto, trasformandosi così in un’occasione per fare del bene. Può essere riassunto così l’epilogo di una vicenda giudiziaria che ha avuto come protagonista un sottufficiale dei carabinieri in servizio alla compagnia di Copparo. Il militare, assistito dall’avvocato Denis Lovison, si era ritrovato travolto da una serie di post su Facebook offensivi sia nei suoi confronti che nei confronti della sua famiglia. Una decina di messaggi che sono ben presto finiti al centro di una querela per diffamazione aggravata dall’essere commessa nei confronti di un pubblico ufficiale e a causa dell’adempimento delle proprie funzioni.
Il caso si è risolto di recente, con un risarcimento in favore del carabiniere che ha deciso di ritirare la denuncia. La somma ottenuta a titolo risarcitorio, verrà ora interamente devoluta in beneficenza. “La denuncia era doverosa, anche per stigmatizzare un comportamento inaccettabile – commenta l’avvocato Lovison –. Ritirando la querela abbiamo evitato di dover fare un processo ma l’accaduto non poteva rimanere completamente impunito. E ora, il denaro del risarcimento verrà utilizzato per fare del bene”.
La vicenda prende le mosse nel giugno del 2019. Il sottufficiale, 53 anni, apprende da alcuni conoscenti di una serie di commenti social che lo riguardano. I messaggi in questione vanno dalle offese (“pezzo di m., cornutazzo, sacco di m., crepa letamaio, rottame” solo per citarne alcuni) alle aperte provocazioni (“Non hai il coraggio di affrontarmi in borghese, ti faccio male, ti rompo il c., non vali niente” e altro). Ma non è tutto. I post ostili non riguardano soltanto il militare ma anche i suoi familiari. Gli insulti vanno infatti a colpire anche la moglie e la figlia.
La notizia dei commenti diffamatori si diffonde rapidamente e, nel giro di poche ore, ne viene a conoscenza anche il diretto interessato. Il carabiniere non ci mette molto a risalire al proprietario del profilo dal quale partivano le offese. Foto e nome non mascherano infatti la sua reale identità: si tratta di un soggetto che, il giorno precedente alla comparsa degli insulti social, era stato denunciato dallo stesso sottufficiale per violenza, oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale. Oggi il caso è chiuso, almeno dal punto di vista giudiziario. Ma, in questa triste vicenda, non tutto il male è venuto per nuocere. Quella brutta pagina di odio online si è infatti conclusa con una nota positiva. I 2.500 euro del risarcimento verranno devoluti alla Fondazione Onlus Casaviva di Saletta, realtà che si occupa di assistenza a ragazzi disabili e dove il militare svolge attività di modesto volontariato.