Sesso in caserma: carabiniere scagionato e donna condannata per calunnia
La denuncia di violenza sessuale contro quel carabiniere, è frutto di pura invenzione. Va letta in questo senso la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per calunnia, con pena sospesa, inflitta ieri mattina dal gup Andrea Galanti alla 37enne di Ravenna che verso la mezzanotte tra il 10 e l’11 gennaio 2018 si era intrattenuta al comando provinciale dell’Arma con un 51enne appuntato scelto originario di Napoli, all’epoca dei fatti contestati in forza alla Stazione principale e in seguito trasferito in altra città.
La donna aveva sporto denuncia per quanto accaduto qualche mese dopo. Lo fece dopo averne parlato con alcuni confidenti, fra i quali un’amica e l’ex marito, informandosi inoltre su eventuali rimedi farmaceutici per fronteggiare un rapporto non protetto.
A fine marzo lui è stato condannato per essersi segnato un’ora di straordinario quando in realtà era “in compagnia”; cadute però le accuse riguardo gli asseriti abusi carnali, ieri anche la donna è stata ritenuta colpevole di calunnia. Dovrà pagare all’appuntato scelto una provvisionale di 5mila euro più le spese legali, stando a quanto deciso dal giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti che l’ha inoltre condannata a un anno e quattro mesi con pena sospesa.
L’appuntato è stato condannato a 11 mesi, con pena sospesa, per truffa, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e forzata consegna. Secondo l’accusa, per intrattenersi con quella donna conosciuta poco prima, aveva accompagnato lei e un’amica in caserma adducendo motivi investigativi e facendosi segnare un’ora di straordinario per un danno allo Stato di 15 euro lordi.
L’appuntato quella notte portò due donne in caserma ed ebbe un rapporto con entrambe ma soltanto una di loro denunciò la violenza ritenuta ieri una calunnia. Il piantone annotò l’ingresso e l’uscita a distanza di 15 minuti, periodo di tempo durante il quale si consumò il fugace rapporto.
La difesa aveva sempre sostenuto la risibilità del danno per la pubblica amministrazione. Ieri la sentenza che dovrebbe porre fine a una vicenda che ha destato non poco clamore.