LA PROTESTA DEI VIGILI: “SGOMBERI? MANCANO PURE I SOLDI PER LE RUSPE”
o meno le occupazioni abusive che spuntano a Bologna? Non è solo un tema di
volontà politica: mancano i soldi. A segnalarlo è Nevio Preti, delegato Fp-Cgil
della Polizia municipale, nel corso di un’udienza conoscitiva che si è svolta a
Palazzo D’Accursio.
sindacati hanno sollevato davanti ai consiglieri comunali e al comandante Carlo
Di Palma, sommando vecchi problemi e critiche sulla recente riorganizzazione
del corpo. Secondo Preti, è stato “depauperato un sistema rodato” che
risaliva alla giunta Cofferati, grazie al quale “in automatico i vigili
riuscivano ad affrontare anche le occupazioni complicate, come Villa Salus e il
Ferrhotel”. Oggi, invece, quando c’è da organizzare uno sgombero “o
mancano i soldi per i facchini, o quelli per le ruspe- continua Preti- o escono
fuori altri problemi di questo genere”.
conseguenza è che, ad esempio, al Savena “nel giro di 200 metri” si contano
più occupazioni, riferisce il delegato: di nuovo Villa Salus, poi in
“alcuni stabili sia privati che pubblici e addirittura in una
caserma”. Una certa impotenza i vigili la vivono anche rispetto al
fenomeno dei lavavetri, stando alle parole di Nicola Negrelli della Cisl:
“Punendoli con semplici sanzioni amministrative, è ovvio che le nostre
prestazioni saranno sempre deludenti perchè così questo nodo non verrà mai
sciolto”, anche se determina una “grave insicurezza, soprattutto per
le signore”. Ma il problema è più generale, insiste Negrelli,
soffermandosi ad esempio sull’età “molto elevata” degli agenti:
“Più che il bastone distanziatore servirebbe quello da passeggio, perchè
immaginarsi dei 70enni a caccia del crimine è piuttosto complicato”
riorganizzazione ha spostato gli agenti verso il centro storico
“sguarnendo le periferie e questo- avverte Roberto Nannetti della Uil-
comporterà il problema di riconquistare i territori che perdiamo”:
soprattutto se si considera che, anche con le nuove 75 assunzioni, il numero
totale dei vigili è ancora “ridotto per una città come Bologna”.
Anche per l’Usb “puntare tutto sul centro è miope”, afferma Gianni
Cavicchioli, che in particolare teme per il “numero di operatori molto
basso” schierato in San Vitale e in San Donato.
Stop all’uso del cellulare. Durante il lavoro, per i vigili di Bologna,
è vietato il telefonino. Ma i sindacati non ci stanno: ormai, “è di fatto
uno strumento di servizio”. A breve dovrebbe andare in Giunta un nuovo
Regolamento”, riferisce Nevio Preti della Fp-Cgil. I sindacati hanno
potuto visionare una bozza e la prima impressione non è delle migliori: tanto
per cominciare, “non si citano gli accordi sindacali esistenti”,
afferma Preti. Inoltre, emergono alcune prescrizioni
“anacronistiche”, aggiunge il delegato: ad esempio, “il divieto
di fumare e di usare il cellulare”. Eppure, proprio per il cellulare oggi
“passa buona parte della comunicazione tra colleghi e della consultazione
delle banche dati”, commenta Preti.
e non ci è stata data alcuna assicurazione su quanto avverra’”: è un altro
capitolo delle contestazioni dei sindacati sulla situazione dei vigili urbani
di Bologna. A parlare è Roberto Nannetti, della Uil: la riforma del corpo
“la stiamo subendo”. Nevio Preti, della Fp-Cgil, lamenta un
“irrigidimento” nell’organizzazione del lavoro: trattandosi di un
servizio operativo 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, così facendo
“si crea un disagio forte che poi si paga tutto”. Poi c’è il tema
delle sedi, che in alcuni casi “non sono delle più dignitose”,
afferma Nannetti. Tra queste c’è anche quella di Palazzo D’Accursio: il nucleo
di agenti dedicato al centro storico e’ entrato in servizio, ma nei locali del
Comune “i lavori sono ancora in corso, con disagi per gli operatori”.
In alcuni uffici “non ci sono i computer su cui gli agenti possano
scaricare le disposizioni e la posta elettronica”, aggiunge Preti.
Il video sugli spogliatoi. Massimo Bugani (M5s) spiega di aver ricevuto
un filmato che testimonia le condizioni dello spogliatoio dei Vigili nel
palazzo municipale. Il comandante Carlo Di Palma prova a chiedere chi lo ha girato,
ma Bugani lo stoppa: “Non c’è motivo che debba saperlo”. Il video
risale a “qualche giorno fa”, si limita a spiegare il consigliere
comunale, ritenendo “doveroso” che venga mostrato in commissione.
Finisce ai voti: la maggioranza respinge la proposta di sopralluogo, mentre per
la proiezione dei filmato c’è il semaforo verde. Le immagini mostrano gli
“spazi angusti” in cui ben 28 agenti sono costretti a cambiarsi,
sintetizza Bugani: “E’ una situazione veramente al limite. Con gli armadietti
collocati nel corridoio, un vigile che si cambia impedisce il passaggio agli
altri”. Sindacati e amministrazione avranno anche siglato un accordo sulla
riforma, “ma sicuramente non è sufficiente a tutelare al meglio i nostri
agenti”, commenta Marco Lisei (Fi). Eppure, proprio i vigili urbani
“dovrebbero essere il primo biglietto da visita della città”,
aggiunge un altro forzista, Daniele Carella. Quelle segnalate in commissione
sono “problematiche che necessitano di risposte e interventi rapidi”,
sottolinea Francesca Scarano (Lega nord).
espresse dai sindacati in commissione lasciano “molto stupito” il
comandante Carlo Di Palma. Sulla riforma del corpo, ricorda Di Palma, i
sindacati hanno siglato un accordo: intesa con la quale, tra altro,
l’amministrazione ha compiuto uno “sforzo economico importante” ed ha
accettato di “mettere in discussione anche gli aspetti
organizzativi”. Ad esempio, è un’affermazione che “respingo al
mittente” quella in base alla quale, dichiara Di Palma, le periferie della
città “sono state desertificate” per favorire il presidio del centro
storico. Inoltre, è stata “aumentata in maniera molto sensibile la percentuale
di personale riservata ai servizi territoriali”, afferma il capo dei
vigili. Il comandante, invece, ammette che “ci sono problemi” sul
fronte delle sedi adibite alla Municipale. E fa l’esempio dei locali in via dei
Lamponi utilizzati dal nucleo territoriale Santo Stefano: come già riferito al
Quartiere, “c’è bisogno di spostare alcune operatrici dei servizi sociali
che sono al piano superiore per poter fare alcuni lavori già finanziati”