IL PASTICCIO DELLA BANDIERA IN CASERMA
La relazione in Procura
Il poster con il volto di Salvini, attaccato a fianco della bandiera, «l’ho invece acquistato per poco meno di 10 euro durante l’ultima edizione di Lucca Comics», ha spiegato il carabiniere. Quel poster è la pubblicità di «Call of Salvenee», un videogioco che prende in giro tutti i più noti politici italiani. Al momento, dunque, per capire come sia andata questa vicenda si può stare soltanto alle parole del militare. Anche perché alla Procura di Firenze, dove ieri mattina al sostituto procuratore di turno Tommaso Coletta è arrivata una nota/relazione da parte del comando del Sesto Battaglione carabinieri Toscana, non c’è ancora un fascicolo aperto. Sarà il procuratore capo Giuseppe Creazzo a decidere se aprirlo o meno ma ancora non è chiaro quale potrebbe essere il reato.
La legge Scelba
La stessa legge Scelba, quella che vieta l’apologia del fascismo, parla esplicitamente di reato doloso, un reato difficilmente contestabile, si fa notare in ambienti giudiziari, nei confronti del carabiniere che ha esposto nella sua stanza — e non alla finestra — il vessillo oggi usato da gruppi neonazisti e xenofobi. Lo stesso, spiegano ancora, è difficile pensare a sanzioni per la «catena di comando» dell’Arma che potrebbe essere in difetto qualora quel simbolo fosse stato attaccato da molto tempo. C’è però aperta un’indagine interna. Il carabiniere proviene dall’esercito ed è passato nei ranghi dell’Arma nella primavera del 2016: risulta essere «in ferma» per 4 anni e da circa due mesi ha preso possesso di una delle camerate che possono ospitare in totale 160 alloggiati.
«Non sono un simpatizzante di estrema destra»
Nella camerata non c’erano soltanto quelle immagini, ma anche una sciarpa della Roma: accostata a quella bandiera, l’immagine fa tornare a mente i vessilli esposti nella curva Sud della Roma, da sempre terreno fertile per il tifo di estrema destra. Ai superiori il militare, che ieri non era in sede, ha spiegato: «Io non sono un simpatizzante dell’estrema destra, ho deciso di arruolarmi nei carabinieri per aiutare le persone. Quella bandiera è storicamente un simbolo antinazista e non è colpa mia se viene usata in maniera storicamente errata da gruppi di estrema destra».
«Per ora nessun reato militare»
Nel fascicolo personale del militare, che è stato immediatamente consultato per avviare le pratiche dell’indagine interna, non risultano episodi che lo coinvolgano ed eventuali collegamenti con l’estremismo di destra. Quanto a eventuali reati militari, è già stato lo stesso procuratore militare, Marco De Paolis, a escluderli: «Al momento, sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto, non c’è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare», ha detto. E ha aggiunto di ritenere che, a suo parere, la vicenda proponga più questioni censurabili sotto i profili «disciplinari e culturali».
Sul fronte disciplinare
I provvedimenti di natura disciplinare potrebbero — in linea del tutto teorica e in attesa di un’eventuale indagine di natura giudiziaria — consistere in giorni di consegna: bisognerà però attendere i risultati finali dell’inchiesta interna. Sui muri delle camerate, infatti, non possono essere esposte alcune immagini e neppure bandiere. Nelle prossime ore saranno sentiti anche i commilitoni del carabiniere, quelli cioè che hanno diviso la camerata con lui. Per quanto riguarda l’ispezione è il comandante della Compagnia del Battaglione l’ufficiale chiamato a verificare che tutti i regolamenti militari siano rispettati. Al momento questa circostanza non è stata appurata, ma soltanto perché — per ora — la Procura militare e neppure quella ordinaria hanno delegato alcun accertamento in tal senso. Intanto anche il giornalista che ha ripreso e postato il video con la bandiera non avrebbe commesso reati: dal 2010 è decaduta la legge che vietava le riprese, anche esterne, dei luoghi militari. (Il Corriere Fiorentino)