Sesso in caserma, carabiniere rischia fino a 7 anni. La difesa “Fu un rapporto consensuale”
Il caso: accuse di violenza sessuale e concussione
Un carabiniere cesenate di 47 anni, attualmente sospeso dal servizio, è sotto processo con l’accusa di violenza sessuale e concussione per fatti che risalgono alla fine di agosto 2023. Secondo l’accusa, l’episodio si sarebbe consumato all’interno di una caserma dei carabinieri dove il militare prestava servizio e dove la presunta vittima, una donna cesenate di 30 anni, sarebbe stata convocata.
Il pubblico ministero Andrea Marchini ha chiesto per l’imputato una condanna a 7 anni e un mese di reclusione. La sentenza è attesa il 21 novembre nel tribunale di Forlì, davanti al giudice per l’udienza preliminare Elisabetta Giorgi.
Le accuse: presunti favori in cambio di sesso
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il carabiniere avrebbe abusato della donna sfruttando la sua posizione e promettendo favori istituzionali in cambio di prestazioni sessuali.
Tra le presunte promesse: evitare la decurtazione di punti dalla patente di un parente della trentenne e interrompere procedimenti a carico del fratello della donna, già noto alle forze dell’ordine.
L’episodio, sempre secondo la procura, sarebbe avvenuto nella stessa caserma dove il militare era in servizio. Dopo la denuncia, il carabiniere è stato immediatamente sospeso in attesa della decisione del giudice.
La difesa: “Rapporto consenziente, nessuna violenza”
L’imputato ha sempre negato le accuse, sostenendo che il rapporto con la donna fosse del tutto consensuale. I suoi difensori hanno chiesto l’assoluzione piena del loro assistito, sottolineando che il processo si basa solo sulle parole delle due parti, senza testimoni diretti né prove materiali di coercizione.
Il militare avrebbe inoltre ammesso subito la relazione, ben consapevole delle conseguenze personali e familiari, ma ha respinto con forza ogni ipotesi di abuso.
Secondo la difesa, il carabiniere ha un passato professionale irreprensibile, privo di procedimenti disciplinari o segnalazioni di comportamenti violenti.
Le perizie e le denunce precedenti della presunta vittima
Nel corso del processo, la donna è stata sottoposta a una perizia psicologica da parte sia dell’accusa che della difesa. L’esame ha stabilito che la 30enne era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
Elemento emerso durante il dibattimento è che la stessa donna, nel 2025, avrebbe presentato altre tre denunce per tentata violenza sessuale, accusando diversi uomini in circostanze differenti.
In passato, la trentenne aveva anche raccontato pubblicamente di aver subito altri abusi, intervenendo in programmi televisivi per condividere la propria esperienza.
L’attesa della sentenza
Il processo, celebrato con rito abbreviato condizionato, è ormai alle battute finali. Il 21 novembre sono previste le repliche del pubblico ministero e della difesa davanti al tribunale di Forlì.
Sul tavolo del giudice Giorgi, una decisione che dovrà bilanciare la parola della presunta vittima contro quella di un militare con carriera limpida, in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e l’Arma stessa.
📲 Unisciti al canale WhatsApp di Infodifesa!
Vuoi ricevere aggiornamenti, notizie esclusive e approfondimenti direttamente sul tuo smartphone? Iscriviti ora al nostro canale ufficiale WhatsApp!
✅ Iscriviti su WhatsAppSenza spam. Solo ciò che ti interessa davvero.
🎥 Segui InfoDifesa anche su YouTube!
Approfondimenti, notizie, interviste esclusive e analisi sul mondo della difesa, delle forze armate e della sicurezza: iscriviti al canale ufficiale di InfoDifesa per non perdere nessun aggiornamento.
🔔 ISCRIVITI ORAUnisciti alla community di InfoDifesa: oltre 30.000 utenti già ci seguono!
