Attualità

Hamas apre alla pace, Israele rallenta l’offensiva: “Solo manovre difensive”. Trump esulta: “Un giorno speciale per il mondo”


Un cambio di passo storico

Roma, 4 ottobre 2025 – Un segnale che fino a poche settimane fa sembrava impensabile: Hamas accetta di discutere il piano di pace proposto dal presidente statunitense Donald Trump, aprendo alla possibilità di rilasciare tutti gli ostaggi in cambio di negoziati immediati e del trasferimento del controllo di Gaza a un ente palestinese sostenuto da Paesi arabi e islamici.

La mossa, accolta con sorpresa e cauta speranza dalla comunità internazionale, arriva dopo l’ultimatum lanciato da Trump: “Accettate il piano entro domenica o sarà l’inferno.”


Israele riduce l’offensiva: “Operazioni al minimo”

Quasi in simultanea, da Tel Aviv è arrivato un segnale distensivo. Il Capo di Stato Maggiore israeliano, rivolgendosi all’Idf (le Forze di Difesa Israeliane), ha confermato che le operazioni offensive su Gaza saranno ridotte al minimo, limitandosi a “manovre difensive” e alla protezione dei confini.

Una decisione che segna una netta inversione di rotta rispetto ai bombardamenti intensivi delle ultime settimane. “Siamo pronti all’attuazione della prima fase del piano Trump”, ha dichiarato il generale, aprendo di fatto alla collaborazione con Washington per la gestione della nuova fase del conflitto.


Trump: “Giorno speciale per la pace”

Dalla Casa Bianca, Donald Trump non ha nascosto la soddisfazione: “Hamas sembra pronto per una pace duratura. Israele deve smettere immediatamente di bombardare Gaza. Oggi è un giorno speciale per il mondo.”

Il leader americano, che da settimane spinge sul suo piano in 21 punti, considera questo passaggio come l’inizio di una svolta storica. Il documento, al centro del summit straordinario di oggi negli Stati Uniti, prevede una tregua graduale, la liberazione degli ostaggi, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza e un processo politico supervisionato da una coalizione internazionale.


Reazioni internazionali: l’Europa intravede uno spiraglio

Le principali cancellerie europee – da Roma a Berlino, da Parigi a Bruxelles – hanno accolto positivamente lo scambio di dichiarazioni tra Hamas, Israele e Washington.
Fonti diplomatiche parlano di un “vero e proprio spiraglio verso un percorso di pace concreto”, anche se la diffidenza resta alta. La condizione chiave, ribadiscono fonti Onu, sarà “la capacità delle parti di trasformare le parole in atti concreti”.


Verso il summit di Washington

Tutti gli occhi sono ora puntati sul summit convocato per oggi negli Stati Uniti, dove verranno analizzati i 21 punti del piano Trump.
Dall’esito di quell’incontro dipenderà il futuro del conflitto israelo-palestinese e la possibilità – finalmente – di una tregua duratura dopo mesi di devastazione a Gaza.

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