Marina militare

Marina Militare: la rotta del Capo di Stato Maggiore sul benessere del personale. “Chi sta bene, lavora bene”

Il documento firmato dal Capo di Stato Maggiore della Marina si apre con un principio tanto semplice quanto impegnativo: «Il supporto al personale continuerà a costituire la massima priorità per la Marina Militare, nella convinzione che l’efficienza della Forza Armata è strettamente collegata al benessere psico-fisico del personale: chi sta bene, lavora bene».

Con queste parole, la leadership della Marina ha scelto di mettere nero su bianco l’idea che il benessere degli uomini e delle donne in uniforme non sia un aspetto accessorio, ma una leva strategica.

Criticità di lungo corso

Il CaSMM non nasconde i nodi storici dell’organico: «La Marina Militare soffre una storica carenza organica — riscontrabile a bordo delle navi, nei reparti operativi e presso i comandi ed enti di supporto a terra — che negli anni è stata affrontata e mitigata grazie alla dedizione e allo spirito di sacrificio del personale. Questo paradigma del passato è oggi divenuto insostenibile».

Alle difficoltà strutturali si aggiungono i cambiamenti sociali: «La percezione sempre più diffusa è che le condizioni del servizio in Marina sono mal conciliabili con la vita privata e familiare: i prolungati periodi di assegnazione a bordo e i trasferimenti di sede sono le principali cause di questo disagio».

La linea d’azione della Marina

Dal 2022 sono stati avviati interventi straordinari, rafforzati nel 2024: «Si tratta di un’azione articolata su più fronti […] programmazione, organizzazione e qualità del lavoro, sostegno alla mobilità, alloggi, strutture ricettive, supporto sanitario, trattamento economico, sviluppo delle carriere, comunicazione interna».

Non solo teoria: il Capo racconta le verifiche svolte sul campo: «Il Capo di Stato Maggiore, in prima persona, ha condotto continue e reiterate visite a bordo e in tutti gli enti periferici».

Alloggi, il fronte caldo

Il cuore dell’intervento resta quello abitativo. «È stato implementato il Piano alloggi, comprendente interventi urgenti sostenuti con i fondi d’esercizio, atti a innalzare nell’immediato gli standard abitativi di infrastrutture in uso […] con imprese di riqualificazione infrastrutturale e relativo casermaggio funzionali a incrementare la disponibilità numerica e innalzare gli standard di decoro e vivibilità».

Tra i progetti in corso, anche una nuova palazzina da 79 posti letto a Roma (Ex Forte Trionfale), i cui lavori si estenderanno dal 2026 al 2029, e l’acquisto di immobili sul mercato per alleggerire le pressioni abitative nella Capitale.

Misure economiche e di carriera

Il documento dettaglia una serie di interventi già attivi: «È assicurato il rateo di pagamento del 100% dello straordinario maturato […] È adottata ogni utile misura per pagare i CFI entro i due mesi da quando vengono maturati […] Sono stati ridotti i tempi di liquidazione delle competenze (missioni, indennità di trasferimento, CFI, ecc.), rivedendo la normativa interna quando si è reso necessario».

Sui percorsi di crescita emerge una novità: «A decorrere dal 2025, nei concorsi per Sergenti e Marescialli sono state incrementate le percentuali di posti a bando incrementando i concorsi per titoli rispetto a quelli per titoli ed esami, al fine di valorizzare il personale con maggiore anzianità di servizio e incrementarne le prospettive di carriera».

Welfare e assistenza

Ampio spazio viene dedicato al welfare: «Sono state riqualificate numerose strutture ricettive (circoli, soggiorni, alloggi di passaggio, OPS) […] È stato attivato il progetto “La tua vacanza nelle strutture della Marina” […] Sono state implementate campagne mirate a innalzare la qualità della vita del personale e dei familiari, con attenzione specifica anche alle patologie ginecologiche e al morbo di Alzheimer».

Il supporto non è solo sanitario o abitativo. Il documento cita persino il tema della connettività a bordo: «Le Unità navali sono state dotate di un sistema che consente a tutto il personale almeno di scambiare messaggi e dare continuità alle proprie relazioni sociali. Permane un oggettivo limite legato alla banda satellitare disponibile, superabile solo attraverso l’impiego di sistemi a banda larga come Starlink o Eutelsat».

Spirito proattivo

In chiusura, il Capo di SMM sottolinea: «Pur permanendo ampie aree di criticità […] l’azione avviata sta iniziando a produrre i suoi effetti e, mantenendo l’adeguato presidio sui processi avviati, si valuta che genererà risultati ancor più tangibili nei prossimi 2/3 anni».

L’invito è a proseguire con decisione: «È essenziale che gli interventi siano portati avanti con la massima demoltiplica e approccio proattivo, adottando approcci innovativi e sperimentando nuove sinergie tra le varie articolazioni della Forza Armata».

Nodi aperti

Il SIM Marina, pur riconoscendo i passi avanti contenuti nel documento, avverte: «Il timore di SIM Marina è che non sia ancora il principio ispiratore della gestione quotidiana da parte dei Capi di Corpo, presi dalla necessità di portare a termine i compiti assegnati con poco personale a disposizione e insufficienti risorse finanziarie».

Non mancano osservazioni di merito: «Appaltare manovalanza, giardinaggio, traslochi e lavori pesanti a terzi consentirebbe di liberare da compiti non propriamente di categoria il personale graduato, restituendolo alla propria professione a tempo pieno».

Sul fronte operativo, l’associazione insiste su misure concrete: «Maggiore ore lavorate e maggiori soddisfazioni professionali per coloro che oggi sono impegnati in attività manuali sarebbero in linea con il principio ispiratore».


O si cambia rotta davvero, o resta solo carta bagnata

La Marina Militare ha imboccato una corsia di impegni e promesse che, sulla carta, disegnano un futuro migliore per il personale. Ma fuori dai documenti ufficiali, nelle camerate, negli alloggi di fortuna e nei turni infiniti a bordo, la realtà resta una prova costante di resistenza.
Se le nuove direttive non troveranno applicazione concreta e uniforme, rischiano di trasformarsi nell’ennesimo “piano di buone intenzioni”. E in quel caso, il motto «chi sta bene, lavora bene» sarà solo un elegante slogan. Per una forza armata che vive di concretezza, sarebbe la peggior sconfitta.


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