Guardia costiera

Mega cava di 47mila metri senza autorizzazioni: blitz della Guardia Costiera nel tarantino

Un’importante operazione della Guardia Costiera di Taranto ha portato al sequestro di una vasta area estrattiva a Martina Franca. L’impianto, dedicato alla produzione di calcestruzzo, si estende su una superficie di quasi 47.000 metri quadrati. L’intervento, disposto dalla Procura della Repubblica di Taranto, rappresenta l’epilogo di un’approfondita indagine sulle attività industriali del sito.

“Le verifiche condotte presso i competenti uffici comunali, provinciali e regionali hanno fatto emergere la presunta inesistenza di alcuna valida autorizzazione all’esercizio della cava, oltre che la mancata acquisizione della specifica Autorizzazione Unica Ambientale”, riporta il comunicato della Guardia Costiera. Una situazione che, secondo gli inquirenti, ha causato “grave pregiudizio per la salubrità dell’aria e per l’ambiente circostante”.

Particolarmente grave la posizione dell’azienda che, nonostante un recente provvedimento di sospensione emesso dal Comune di Martina Franca, ha continuato la propria attività. “L’incessante movimentazione di mezzi pesanti” osservata nell’area ha confermato il mancato rispetto delle disposizioni comunali, portando al conseguente sequestro dell’impianto.

Le autorità hanno riscontrato multiple irregolarità, in particolare riguardo “gli scarichi idrici di natura industriale relativi a reflui industriali derivanti dal ciclo di produzione del calcestruzzo” e la gestione “delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia”, oltre a violazioni “in materia di emissione in atmosfera per stabilimenti e di impatto acustico”.

Al momento risulta indagato il solo rappresentante legale della società. “Ulteriori indagini sui luoghi saranno condotte da parte degli uomini della Guardia Costiera di Taranto e dall’ARPA”, precisa il comunicato, ricordando che “per gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino a pronuncia di sentenza definitiva di condanna”.

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