Editoriale

LA SICUREZZA DEGLI “SPAVENTAPASSERI”

Quanto è difficile produrre sicurezza? Quanto è difficoltoso indossare una divisa, salire su una pattuglia e portare vera risoluzione al problema criminalità?
Con rammarico, e un po’ di esperienza, la risposta è che è davvero difficile, a tratti quasi impossibile ma, assicuro, tra le divise l’impegno è massimo anche se alla prova dei fatti, forse, i risultati sono davvero risicati. La politica, a onor del vero, non sembra troppo interessata a dare impulsi davvero risolutivi alla serenità dei nostri centri urbani, preferisce facili spot propagandistici senza entrare troppo nella realtà della situazione.

Ci ritroviamo infatti a commentare nuovamente una richiesta di militari sul territorio milanese fatta dal Sindaco Giuseppe Sala che, come tutti i primi cittadini, chiede maggior sicurezza per il proprio territorio.
Sono anni ormai che assistiamo al ricorso indiscriminato dei militari in vere e proprie operazioni su suolo patrio, la chiamano “Strade Sicure” ma a dispetto della denominazione troppo pochi sono i tangibili risultati sulla sicurezza.

Non è però certamente colpa dei nostri uomini con le stellette, capacissimi professionisti che ben abbiamo apprezzato nelle zone terremotate ma anche in diversi scenari internazionali. Se una responsabilità la vogliamo attribuire certamente possiamo darla alla incapacità della politica di rendere efficaci le leggi, le sanzioni, le punizioni a chi colto nel reato non fa in tempo ad essere arrestato che, immediatamente, viene rilasciato. Non credete sia colpa dei giudici, loro, come altri applicano la legge!

Così che di fatto gli uomini in uniforme, tutti non solo i nostri validi militari, fanno la fine degli spaventapasseri, quelli che dopo un po’ diventano facile approdo di qualsiasi volatile, l’essere arrestati non è né più un problema né tantomeno una vergogna….

Lo stato della sicurezza in Italia, purtroppo, risente anche dell’inefficienza dell’apparato statale appesantito da troppe sacche di immobilismo che, ad esempio, rende più opportuno spendere soldi per operazioni “Spot” come quella delle “Strade Sicure” del Ministero della Difesa piuttosto di incrementare il personale di Questure, Comandi Provinciali Carabinieri o di Polizia Locale che dopo il corso di formazione spesso vengono fagocitati da quell’apparato logistico burocratico che necessita di uno snellimento operativo.

Perché, e sia chiaro, non è che l’impiego dei militari sia gratuito, non vengono pagati come se stessero chiusi in caserma, anzi, la paga prevede le medesime indennità spettanti a Polizia e Carabinieri ma con poteri di intervento e coercitivi grandemente più limitati, non è un caso infatti che i pattugliamenti dei soldati siano accompagnati da almeno un soggetto appartenente alle FF.OO al quale compete la responsabilità dell’applicazione della legge penale e non solo.

La percezione di sicurezza vince quindi sulla effettività della sicurezza territoriale perché mancando la parte della repressione viene meno, di conseguenza, l’aspetto della prevenzione (e questo è, con buona pace di chi cerca ancora altre argomentazioni).

Quindi, cari concittadini, la sicurezza deve passare non tanto dalla richiesta di deterrenza che certamente i militari possono dare ma dalla certezza di sanzioni vere, certe e puntuali che diano credibilità al concetto di “Polizia di Prevenzione” che i militari correttamente forniscono ogni giorno.
Ma può mai esserci vera prevenzione senza certezza della sanzione?
….a buon intenditor poche parole…

In Giacca Blu – Michele Rinelli

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto