Geopolitica

Meloni in Cina, ecco a cosa vuole ottenere da Xi Jinping la nostra premier

Appesantite dall’aria umida, le bandiere della Repubblica Popolare Cinese fanno coppia con il Tricolore ai lati dell’affollata superstrada che collega l’aeroporto internazionale di Pechino al centro città. Giorgia Meloni è atterrata nel pomeriggio di sabato, nella capitale cinese – accolta dal viceministro degli Esteri Deng Li – per la sua prima missione da presidente del Consiglio in Cina.


Tra il rilancio delle relazioni economiche dopo lo ‘strappo’ per l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta (a fine 2023) e i temi principali dell’agenda internazionale – nell’anno in cui l’Italia presiede il G7 – la missione è ricca di dossier.

Fari puntati sull’incontro (dovrebbe tenersi lunedì) tra Meloni e il presidente cinese Xi Jinping. I due si erano visti solo una volta al G20 di Bali nel novembre 2022. Nel frattempo il mondo è cambiato, la lunga guerra in Ucraina e la crisi mediorientale hanno ‘curvato’ la Storia.

Il faccia a faccia con il leader cinese consentirà di affrontare i principali temi geopolitici, a partire proprio dal conflitto russo-ucraino. Il tutto in un contesto internazionale in cui la Cina è scesa in campo con la diplomazia sia sull’Ucraina (la visita di Kuleba a Pechino) sia sul Medio Oriente (ha ospitato i colloqui tra le fazioni palestinesi tra cui Hamas e Fatah).

Politica e economia si sovrappongono, dunque, nella quattro giorni ufficiale di Meloni in Cina. I tempi sono quindi maturi per una visita su cui il governo ha lavorato a lungo, ‘anticipata’ dal viaggio del ministro Adolfo Urso a inizio mese proprio nel paese asiatico.

Si parte domani pomeriggio (ora locale) nella Grande Sala del Popolo con l’incontro tra la premier italiana e il primo ministro della Repubblica Popolare cinese, Li Qiang. Seguirà l’inaugurazione della settima edizione del Business forum Italia-Cina che cade nell’anno in cui ricorre il 20esimo anniversario del partenariato strategico globale tra i due Paesi.

Obiettivo del governo, si apprende da fonti italiane, è infatti di imprimere una dinamica positiva all’interscambio commerciale che si è assestato nel 2023 a 66,8 miliardi di euro, facendo della Cina il secondo partner extra-Ue (dopo gli Usa) dell’Italia. A ciò si aggiungono uno stock di investimenti diretti esteri italiani pari a 15 miliardi e oltre 1600 aziende italiane attive nel Paese nei settori tessile, meccanica, farmaceutica, energia e industria pesante.

Il rilancio dei rapporti bilaterali non solo in chiave economica ma anche culturale è tra gli obiettivi della missione. La ricorrenza dei 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo ha favorito molte iniziative congiunte, fra cui una mostra sul viaggiatore veneziano al World Art Museum di Pechino che sarà inaugurata da Meloni e dal ministro della Cultura e del Turismo, Sun Yeli. Quella cinese (con oltre 15mila studenti) è la più ampia comunità straniera nella formazione superiore italiana. A questo si aggiungono circa 16mila studenti di italiano in Cina.

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