Difesa

ANCHE L’ITALIA FA LA GUERRA ALL’ISIS: MISSIONI SEGRETE DEI NOSTRI SOLDATI IN IRAQ E LIBIA

di C. M. per Tiscali Notizie – Si dice che l’Italia non abbia ancora subito attentati da parte dell’Isis perché i nostri soldati non combattono in modo diretto contro i militanti del “Califfato”. Se è così c’è da sperare che i terroristi non leggano la prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi, che titola “Reparti italiani nella guerra all’Isis ma il Parlamento non ne sa nulla”. Insomma, operazioni militari segrete condotte da reparti speciali decise dal governo ma all’insaputa del Parlamento. Missioni che sono state negate fino alla fine delle operazioni per le quali però, arrivano onorificenze e medaglie a chi si è contraddistinto sul campo.

Come 10 anni fa in Afghanistan

Come racconta Enrico Piovesana, era già successo 10 anni fa sotto il governo Prodi, con l’operazione “Sarissa” della Task Force 44 in Afghanistan. Oggi le operazioni militari misteriosi svolgono in Libia e Iraq con lo stesso silenzio. Qui truppe d’élite combattono contro l’Isis.

La missione “Centuria” in Iraq

In Iraq si lotta al Califfato nella provincia sunnita di Al- Anbar, missione negata fino a che non ne ha parlato addirittura il sito web ufficiale dei marines. A quel punto non è più stato possibile negare, racconta ancora Il Fatto. Ne è nata un’interrogazione parlamentare alla quale la Difesa ha risposto che si trattava di un’operazione che aveva riguardato solo 5 uomini ed era già terminata. Peccato che ad aprile sempre il sito dei marines confermasse la presenza italiana e Il Fatto dichiara di avere appreso da fonti militari qualificate che l’operazione è ancora in atto e ha il nome di “Centuria”. Riguarda la Task Force 44 col coinvolgimento del 9° Reggimento d’assalto “Col Moschin” poi avvicendata o affiancata da altre unità del Cofs (Comando interforze per le operazioni delle forze speciali del generale Nicola Zanelli), quindi incursori di Marina del Comsubin, quelli del 17° stormo dell’Aeronautica e i Gis dei Carabinieri, di solito supportati dai ricognitori del 185° Folgore e dai Ranger del 4 ° Alpini.

Non solo supporto e addestramento

Per Piovesana la partecipazione del Goi (Gruppo operativo incusori, alias Comsubin) è certa ma altre fonti confermano la presenza di uomini di tutte e 4 le unità del Cofs. Difficile dire di quanti uomini si tratti ma dovrebbero essere un centinaio, il che troverebbe pure un senso nel nome dell’operazione “Centuria”. La base operativa sarebbe l’aeroporto militare di Taqaddum, tra Ramadi e Fallujah, dove si sono svolte le principali operazioni anti-Isis degli ultimi mesi che avrebbe visto gli italiani insieme agli australiani e ai marines Usa in supporto all’ottava divisione dell’esercito iracheno. Operazioni non solo di addestramento o interne alle basi, ma anche sul campo al fianco dei corpi d’élite iracheni. Si tratterebbe quindi dei famosi “scarponi sul terreno” che tutti negano. Non esclusivamente missioni di protezione come ad esempio quella per la diga di Mosoul. Per il qutidiano di Travaglio è più probabile che si tratti di operazioni effettuate con l’ausilio di elicotteri italiani d’attacco Mangusta schiarati a Erbil per operazioni “combat, search and rescue) per offrire supporto alle nostro forze speciali.

Le operazioni segrete in Libia

Ma c’è anche il fronte libico con l’operazione autorizzata da Renzi lo scorso 10 febbraio con un decreto subito secretato di cui si sa solo che sarebbe coinvolto un piccolo distaccamento all’aeroporto militare di Misurata che collabora con le forze britanniche all’operazione “Banyoun Al Marsoos” (Struttura solida). Missione lanciata a maggio scorso dalle brigate di Misurata e dalle guardie petrolifere di Ibraihm Jadhran per riconquistare la roccaforte Isis di Sirte. Ufficialmente l’Italia è lì solo in veste di supporto per ponte-aereo di carattere medico. Ma a fine aprile fonti israeliane hanno dato notizia di soldati britannici e italiani caduti in un’imboscata Isis, notizia prontamente smentita dal governo italiano, che allo stesso modo aveva negato un coinvolgimento nazionale in Afghanistan.

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