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Von der Leyen scuote l’Europarlamento: stop ai fondi a Israele, più armi all’Ucraina e una difesa comune entro il 2030. «L’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio»

Un discorso carico di tensione

Strasburgo, 10 settembre – Un’ora e mezza intensa per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che al Parlamento europeo ha presentato il discorso annuale sullo Stato dell’Unione. Una leader visibilmente stanca, accolta da applausi misurati e da un’aula spaccata, ha rivendicato i successi e delineato le priorità per i prossimi mesi.

Dal sostegno all’Ucraina alla transizione verde, dalle misure contro Israele fino al rilancio del mercato unico, la presidente ha toccato tutti i dossier più caldi, cercando di rassicurare un’Eurocamera in cui la maggioranza europeista appare sempre più fragile.


Israele, stop ai fondi e sanzioni

Il momento di maggiore tensione arriva quando von der Leyen annuncia che la Commissione sospenderà il sostegno bilaterale a Israele e proporrà sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti, oltre alla sospensione parziale dell’accordo di associazione commerciale.
«Sono consapevole che sarà difficile trovare la maggioranza», ha ammesso, sottolineando la necessità di agire «perché ciò che accade a Gaza è inaccettabile».

Nonostante le critiche ricevute nelle scorse settimane per la gestione della crisi umanitaria, la presidente ha ribadito che «non ci sarà mai posto per Hamas», chiedendo al contempo un cessate il fuoco immediato e una prospettiva concreta per la soluzione dei due Stati.


Ucraina e sicurezza europea

Quasi metà del discorso è stato dedicato a politica estera e difesa. Von der Leyen ha promesso nuove iniziative:

  • 6 miliardi di euro anticipati dal prestito G7 per l’Ucraina, con una “alleanza sui droni” tra Kiev e l’Europa;
  • utilizzo dei profitti sui beni russi congelati per finanziare la resistenza ucraina;
  • il 19º pacchetto di sanzioni contro Mosca, in coordinamento con gli alleati;
  • una tabella di marcia per la difesa comune europea entro il 2030.

La presidente ha condannato «la violazione spietata» dello spazio aereo polacco da parte di droni russi, promettendo che «l’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio».


Economia, auto elettriche e mercato unico

Sul fronte economico, von der Leyen ha difeso l’accordo commerciale raggiunto con Washington a luglio, contestato dai socialisti:
«Abbiamo ottenuto il miglior accordo possibile. Milioni di posti di lavoro dipendono da questo».

Ha poi annunciato:

  • un piano da 2 miliardi per la produzione di batterie in Europa;
  • incentivi per una “auto elettrica europea, piccola ed economica” per contrastare la concorrenza cinese;
  • la creazione di “Autostrade dell’Energia” per ridurre i colli di bottiglia nelle reti energetiche, dallo Stretto di Øresund alla Sicilia;
  • una tabella di marcia per completare il mercato unico entro il 2028, eliminando barriere interne che oggi equivalgono a «dazi del 110% sui servizi».

Società, casa e stato di diritto

Non solo geopolitica ed economia. Von der Leyen ha posto l’accento anche su questioni sociali:

  • annuncio del primo vertice europeo sulla casa e di un Piano per l’edilizia accessibile;
  • attenzione a studenti e affitti brevi, con nuove iniziative legislative;
  • difesa dello stato di diritto come prerequisito per l’accesso ai fondi europei;
  • sostegno a media indipendenti e tutela dei minori dai rischi dei social network.

«La nostra democrazia è forte non solo se c’è dibattito, ma quando produce risultati», ha scandito.


Un’Europa divisa

Nonostante l’appello all’unità — «tra Stati membri, istituzioni e forze democratiche filoeuropee» — la realtà politica è diversa. Pochi minuti dopo il discorso, i leader dei popolari e dei socialisti, Weber e García Pérez, si sono accusati a vicenda per la crisi della maggioranza europeista.

La presidente del Parlamento, Roberta Metsola, ha sintetizzato le aspettative dei cittadini: «Vogliono lavoro, casa, sicurezza e regole semplici».

Sul fronte opposto, il premier ungherese Viktor Orbán ha attaccato su X: «Il bilancio di Ursula von der Leyen è fallimentare. Gli europei ne hanno abbastanza».


La sfida di una “nuova Europa”

Von der Leyen ha dipinto un mondo «di ambizioni imperiali e guerre imperiali», in cui le dipendenze diventano armi. La domanda che ha lasciato all’aula resta sospesa:
«L’Europa ha il coraggio e l’unità per affrontare questa battaglia, o resterà paralizzata dalle proprie divisioni?»

Un interrogativo che risuona forte a Strasburgo e che segnerà il destino del suo secondo mandato.


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