Violenza sulle donne, la circolare dei carabinieri “Interventi tempestivi”. L’ipotesi di ricorrere ai militari reperibili
In risposta all’escalation di violenza contro le donne, il Comando Generale dei Carabinieri ha inviato una circolare a tutti i comandi e stazioni, enfatizzando la necessità di interventi tempestivi e accurati. Questa direttiva segue il tragico caso di Giulia Cecchettin, un evento che ha scosso la nazione e ha messo in luce la necessità di un approccio più rigoroso e sensibile.
La telefonata al 112
L’11 novembre, una telefonata al 112 di un vicino di Giulia a Vigonovo, che aveva sentito le sue urla, non ha portato all’arrivo tempestivo di una pattuglia. L’Arma ha spiegato che, a causa di altre emergenze simultanee, non è stato possibile intervenire immediatamente. Questo incidente ha sollevato molti interrogativi sull’efficacia del sistema attuale nel gestire situazioni di violenza di genere.
La Circolare
Il generale Arturo Guarino, capo del secondo reparto del comando generale dell’Arma, ha firmato la circolare datata 29 novembre, che ordina di trattare ogni segnalazione di violenza, maltrattamenti o atti persecutori con “la massima attenzione e adeguata sensibilità”. La direttiva sottolinea l’importanza di una gestione tempestiva e accurata degli interventi, incluse ricerche di persone scomparse o autori di condotte violente, e attività di polizia giudiziaria immediata.
La circolare invita inoltre a istruire il personale affinché ogni segnalazione sia gestita con la massima attenzione fin dal primo momento. Viene evidenziata la necessità di inviare pattuglie sul posto per contattare direttamente il segnalante e acquisire informazioni utili eventualmente ricorrendo ai militari reperibili.
La reazione dei sindacati Usmia e Usic
La reperibilità invocata dalla circolare è un punto che trova la reazione critica del sindacato Usmia:
“La reperibilità ad oggi, pagata poco più di cinque euro, vale solo in caso di calamità naturali. Se non vi sono forze disponibili e se la carenza organica conseguente ai tagli degli ultimi anni che hanno interessato soprattutto l’Arma dei Carabinieri non ci consentono di dare risposte efficaci alla richiesta di sicurezza dei cittadini, tutto ciò non può ulteriormente gravare sui militari in servizio, senza, quantomeno, retribuirlo adeguatamente”.
“La Legge 121/1981, all’art 64 individua l’obbligo di permanenza e reperibilità solo per casi di ordine e sicurezza pubblica o di pubblico soccorsoPertanto tutte le direttive e circolari emanate dall’Arma dei Carabinieri, sul tema di impiego in reperibilità, che non rispondono alle indicazioni legislative, non possono che essere inefficaci/inapplicabili.” È il commento di Antonio Taralo segretario Generale del sindacato USIC.
La presenza qualificata – conclude Tarallo – prevista dalla Legge 121/1981 ha anche una natura contrattuale e per tali motivi la sua contestuale applicazione non può che rientrare in una contrattazione decentrata.”
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