Uccise un collega nel piazzale della caserma, l’ex carabiniere chiede la revisione del processo
Emanuele Armeni, l’ex carabinieri condannato in via definitiva a 18 anni per l’omicidio del collega Emanuele Lucentini, chiede di rivedere la condanna. Lo scrive il Messaggero Umbria, riportando la richiesta presentata dal nuovo collegio difensivo sulla base di nuovi elementi e richieste di perizie. L’istanza di revisione del processo è stata depositata in Corte d’Appello a Firenze dove si discuterà la possibilità di riapertura e revisione del processo. Emanuele Armeni è stato condannato perché il 16 maggio 2015 sparò con l’arma d’ordinanza, un mitra Beretta M12, al collega nel cortile della caserma dei carabinieri di Foligno. Delitto di cui l’imputato ha sempre fornito una versione alternativa, cioè che il colpo fosse partito accidentalmente dall’arma mentre il militare si stava rialzando dopo una caduta nel piazzale della caserma. Secondo l’accusa però sarebbe stato difficile far partire un colpo accidentale da un’arma con la sicura e così in primo grado e con la formula del rito abbreviato era stato condannato a vent’anni, ma escludendo la premeditazione. La Procura generale aveva chiesto per Armeni trent’anni, contestando sia la premeditazione dell’omicidio, sia l’aggravante di aver ucciso una persona qualificata in servizio. In appello e poi in Cassazione la riforma e conferma della sentenza a 18 anni. Adesso la richiesta di revisione sulla base della contestazione delle perizie tecniche e sulla mancanza di approfondimenti investigativi.