Esteri

Trump “spara” i Patriot a Kiev: Putin sordo alla pace, ma a pagare è l’Europa


Trump contro Putin: la “pace” passa per i missili

L’ira del presidente americano Donald Trump si abbatte sul Cremlino. Il tycoon, sempre più deluso dall’atteggiamento del presidente russo Vladimir Putin, ha deciso di rilanciare l’appoggio militare a Kiev.
Il motivo? Secondo Trump, Putin è “sordo” a ogni richiesta di pace, preferisce i bombardamenti notturni ai tavoli diplomatici. “Parla in modo gentile e poi la sera bombarda tutti”, ha dichiarato irritato dalla Casa Bianca.

Per questo ha promesso all’Ucraina sistemi missilistici Patriot, confermando le anticipazioni dei giorni scorsi. Ma c’è una novità non da poco: non saranno gli Stati Uniti a pagare, bensì l’Unione Europea.


“Li mandiamo, ma non li paghiamo”: i conti di Trump

La dichiarazione di Trump è chiara e pungente:

“L’Ucraina ha disperatamente bisogno dei Patriot. Non ho ancora deciso il numero, ma gliene manderemo alcuni. L’Unione Europea pagherà, noi non spenderemo nulla.”

Un cambio netto di rotta rispetto a due settimane fa, quando Washington aveva congelato parte delle forniture militari a Kiev. Il riavvicinamento a Zelensky – con cui i rapporti personali restano tesi – è dettato dal crescente distacco tra Trump e Putin.

Dietro le quinte, la questione economica è centrale: il presidente Usa vuole trasferire l’onere militare sugli alleati della NATO, in particolare quelli europei. Il messaggio è chiaro: l’America invia le armi, ma l’Europa deve aprire il portafoglio.


NATO coinvolta? Per ora paga solo l’Europa

Il sospetto che si profila è concreto. La recente visita a Washington del nuovo segretario generale della NATO Mark Rutte, accompagnato da figure chiave come Marco Rubio (Segretario di Stato), il capo del Pentagono Pete Hegseth e membri influenti del Congresso, sembra confermare che la fattura militare arriverà a Bruxelles.

Finora, l’Alleanza Atlantica non ha mai armato direttamente Paesi non membri. L’Ucraina è stata sostenuta solo da singoli Stati. Se ora la NATO dovesse farsi carico dei costi, sarebbe un precedente storico.


Sanzioni colossali e il “veto” di Trump

Nel frattempo, al Congresso americano prende forma una legge bipartisan che promette di scuotere gli equilibri globali:

  • Sanzioni rafforzate a Mosca,
  • Tariffa del 500% su beni importati da Paesi che comprano ancora energia russa, come Cina e India.

Un colpo duro all’export russo, che potrebbe incrinare i rapporti tra Mosca e i suoi partner economici principali.

Ma Trump non ci sta a lasciar troppo potere al Congresso. Chiede una clausola:

“Solo il presidente deve decidere chi sanzionare e chi no.”

Vuole essere l’unico arbitro delle sanzioni, mantenendo il controllo totale sullo scacchiere geopolitico. La legge verrà votata entro la fine del mese, ma resta appesa a questa condizione.


Cosa sono i missili Patriot e perché sono decisivi

I sistemi Patriot sono tra i più avanzati strumenti di difesa aerea occidentali. Utilizzati sin dagli anni ’80, possono intercettare:

  • Aerei nemici,
  • Missili da crociera,
  • Missili balistici a corto raggio.

Il loro nome è un acronimo: “Phased Array Tracking to Intercept of Target”, ovvero “tracciamento e intercettazione del bersaglio”.

Una batteria Patriot è montata su camion militari e può lanciare fino a 4 missili contemporaneamente.

  • Costo di ogni missile: circa 4 milioni di dollari.
  • Costo per lanciatore: 10 milioni di dollari.

Più armi, meno diplomazia?

Il messaggio che arriva da Washington è chiaro: niente pace se Mosca continua a bombardare. Ma l’America non intende più sostenere il peso economico del conflitto.
L’Europa è avvertita: o si apre il portafoglio, o Kiev resta scoperta.

Nel mezzo, una guerra che continua e una diplomazia che arranca, schiacciata tra i Patriot americani e il silenzio ostinato di Putin.


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