LA SVEZIA RIPRISTINA IL SERVIZIO MILITARE. TIMORE DELL’ESPANSIONISMO RUSSO
La Svezia reintroduce la leva obbligatoria. Nel Nord Europa torna a farsi sentire il timore dell’espansionismo russo, e così Stoccolma – dove attualmente è insediato un Governo a guida socialdemocratica – ha deciso di correre ai ripari. Secondo quanto annunciato dal ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist, saranno circa 13mila i giovani (uomini e donne) nati nel 1999 e nel 2000 che verranno richiamati alle armi a partire dal 1° luglio: almeno 4000 dovranno partire già nel 2018.
Gli sconfinamenti russi del 2014 – Ad incidere sono i timori dei russi, dovuti ai frequenti sconfinamenti aerei e marittimi di Mosca nel Mar Baltico. Ma anche, come ammesso dallo stesso ministro, i numeri troppo bassi di volontari che decidono di arruolarsi, dopo l’abolizione della leva avvenuta nel 2010. E in un periodo storico in cui il presidente statunitense Donald Trump invita i partner della Nato a “fare di più”, la risposta della Svezia – anche se il Paese non fa parte della Nato – è il ritorno alla leva. Con il passaggio a un esercito senza coscrizione “abbiamo avuto difficoltà nell’allestire unità su base esclusivamente volontaria”, ha detto il ministro: “Alla fine del 2016 – scrive in una nota il Governo svedese – alle Forze armate svedesi mancavano all’appello circa mille soldati e marinai operativi e circa 7mila riservisti. Gli obiettivi prevedevano approssimativamente 6600 militari operativi e 10mila riservisti”. Con la reintroduzione della leva, gli effettivi dovrebbero salire a 8000 nel periodo 2022-2025.
Misure preventive, investimenti e rifugi – La Svezia, Paese tradizionalmente neutrale sia durante la Guerra fredda che durante i due conflitti mondiali, ha in realtà una forte tradizione di preparazione militare “preventiva”. Testimoniata, tra l’altro, dalla scritta “Skyddsrum” (“Rifugio”) che si trova in numerosi complessi residenziali svedesi costruiti ai tempi della Guerra fredda, e che indica la presenza di rifugi sotterranei in caso di bombardamenti aerei. Nonché dalla presenza di una forte industria degli armamenti. “Se Paesi come gli Stati Uniti incrementano le loro spese militari, c’è il rischio che altre Nazioni siano costrette a farlo”, ha detto il ministro degli Esteri Margot Wallström, con un chiaro riferimento alla Russia.
Spese militari in aumento – Nel 2015 il Paese ha deciso di aumentare la spesa militare di 6,2 miliardi di corone (circa 650 milioni di euro) in cinque anni. La decisione è arrivata dopo che, nel 2014, jet militari russi avevano compiuto numerosi sconfinamenti nello spazio aereo svedese e un misterioso sottomarinostraniero era apparso nelle sue acque territoriali. In precedenza, le spese militari di Stoccolma erano scese dal 2,5% del Pil nel 1991 all’1,1% del 2015. Una tendenza ora invertita, dimostrata anche dal ri-allestimento della base militare dell’isola di Gotland, nel cuore del Mar Baltico, dismessa dai tempi della Guerra fredda. La decisione svedese, comunque, non appare isolata: già all’inizio del 2015 la vicinaLituania aveva preso una misura analoga.