Tennis e dentista durante l’orario di servizio. Ufficiale dei carabinieri sospeso per 10 mesi
Un tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri è stato accusato di gravi reati come truffa, falso e peculato. La denuncia è arrivata da una fonte anonima che ha riferito all’autorità giudiziaria della condotta dell’ufficiale dei carabinieri. Quest’ultimo avrebbe percepito 8.500 euro lordi dallo Stato, attestando falsamente la sua presenza sul posto di lavoro, quando invece era impegnato in altre attività, si legge su l‘Alto Vicentino, come andare dall’estetista o a comprare del cibo per il suo cane. Per questo motivo è stato sospeso dal servizio per 10 mesi. La notizia si è diffusa con molta enfasi da parte della stampa locale. I reati contestati sarebbero stati commessi dal 2018 al 2022: 131 gli episodi contestati. Il tenente colonnello sarebbe andato dal suo medico di base, ma perfino in Veneto, di cui è originario, utilizzando l’auto di servizio e in orario che lui conteggiava come fosse in servizio.
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La Procura ha chiesto ed ottenuto la sospensione per 10 mesi dal servizio. La misura della sospensione è stata richiesta dal giudice per le indagini preliminari e motivata dal pericolo di reiterazione dei reati contestati. Il quadro Indiziario a suo carico occupa 63 pagine di ordinanza, nelle quali vengono contestati 131 episodi nei quali risultava in servizio, mentre in realtà si dedicava a «mansioni private». Dalla spesa, al centro estetico, al rifornimenti di carburante (33 volte), alle trasferte (30) fra Bolzano, Trento e Padova. E poi le visite in ospedale, dal medico di base e dal dentista (24 volte). In farmacia, dal meccanico, dal tappezziere, in palestra. in pizzeria e a lezione di tennis al circolo. Cinque gli episodi in cui avrebbe utilizzato. Il riscontro è avvenuto mediante il controllo dei pagamenti tramite pos, del telepass e delle celle telefoniche.
La giustificazione dell’ufficiale
In sede di interrogatorio di garanzia, l’indagato aveva ammesso l’errato inserimento delle attività nel memoriale di servizio (a tutti gli effetti un atto pubblico), ma ma parlando di «errore in buona fede». Il problema riguarderebbe il metodo di compilazione Informatizzato: il programma d’inserimento prevede la funzione copia settimana precedente, e in questo modo sarebbero state erroneamente inserite le attività svolte. Giustificazione che il gip ha ritenuto non credibile: «Pensare che per semplice sciatteria e disattenzione egli abbia falsamente accertato attività mai svolte, al solo fine di semplificare la procedura di compilazione é del tutto inverosimile». Il gip definisce poi «spregiudicato» il comportamento del tenente colonnello, «che riteneva con ogni probabilità di non essere scoperto». Gettando discredito sull’intero corpo dell’Arma.
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