Statali, chi va in pensione nel 2024 dovrà restituire l’anticipo sui rinnovi
Prima del pagamento delle prossime tredicesime, i dipendenti pubblici italiani si stanno preparando a ricevere un inaspettato regalo nel loro stipendio: un anticipo “una tantum” degli aumenti contrattuali previsti. Tuttavia, per circa 150.000 di loro, destinati a pensionarsi il prossimo anno, questo beneficio potrebbe trasformarsi in un problema, dato che dovranno considerare la restituzione dei fondi anticipati prima delle festività natalizie. Benché la ragione di questa situazione sia di natura tecnica, l’aspetto pratico solleva diverse preoccupazioni.
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L’Anticipo dei Rinnovi Contrattuali
Nelle prossime settimane, i dipendenti pubblici statali, che includono professionisti da medici a professori, da poliziotti a funzionari ministeriali, riceveranno un anticipo di 7,3 miliardi di euro stanziato dal governo per il rinnovo dei contratti pubblici. Di questi, ben due miliardi saranno erogati immediatamente.
In base a questa iniziativa, gli statali percepiranno importi che variano da 600 a 2.000 euro, a seconda della loro posizione professionale. Questi fondi costituiscono un pagamento anticipato delle quote mensili dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata, prevista per il 2024 (secondo quanto stabilito dal recente decreto anticipi trasmesso al Parlamento).
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Il Meccanismo
Per comprendere meglio il meccanismo, prendiamo ad esempio un dipendente che avrebbe dovuto ricevere 50 euro al mese dell’indennità di vacanza contrattuale a partire da gennaio fino a dicembre del prossimo anno (senza dimenticare la tredicesima). Con questo anticipo, l’intera somma di 650 euro verrà versata entro la fine dell’anno, prima delle festività natalizie. Tuttavia, se lo stesso dipendente dovesse, ad esempio, andare in pensione nel mese di febbraio, si troverebbe nella posizione di dover restituire la parte corrispondente dell’anticipo a partire dalla data del suo pensionamento in avanti. Questa situazione rappresenta solo uno dei nodi intricati di questa misura governativa.
L’Incognita dell’IRPEF
Oltre a questa questione, vi è un secondo effetto sull’assegno mensile dei dipendenti pubblici a partire dal mese di gennaio: la perdita del bonus dell’1,5% che era stato finanziato solo per il 2023 e non verrà rinnovato nel 2024. Questa perdita colpirà le tasche degli statali, variando tra circa 23 e poco meno di 70 euro al mese, a seconda del loro inquadramento professionale. Per i redditi inferiori a 50.000 euro, queste somme potrebbero in parte essere compensate dalla riduzione dell’IRPEF dovuta all’accorpamento delle prime due aliquote, come previsto dalla riforma fiscale.
In aggiunta a queste complesse questioni, ci sono due ulteriori incognite che richiamano l’attenzione all’interno del settore pubblico. La prima riguarda la possibile erogazione nel 2024 della parte dell’indennità di vacanza contrattuale dello 0,5% prevista prima dell’introduzione del decreto sugli anticipi. In merito a questo, non esiste ancora una risposta definitiva.
Il Dilemma di Comuni e Regioni
La seconda questione riguarda il pagamento dell’anticipo “una tantum” prima delle festività natalizie anche ai dipendenti di Comuni e Regioni, che comprendono quasi 500.000 lavoratori nel comparto delle funzioni locali. Mentre il governo ha stanziato 5 miliardi di euro per i dipendenti statali e 2,3 miliardi per medici e infermieri, i Comuni e le Regioni dovranno cercare le risorse all’interno dei loro bilanci se desiderano erogare l’anticipo. Tuttavia, con bilanci che devono essere chiusi in soli due mesi, questa prospettiva sembra difficile, se non impossibile. È più probabile che per i dipendenti comunali e regionali si proceda al pagamento mensile dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata a partire dal prossimo mese di gennaio.
Tutte queste questioni sono in attesa della direttiva “madre” che il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, invierà all’Aran per avviare le trattative con i sindacati in merito ai rinnovi contrattuali. Secondo quanto riferito dallo stesso Zangrillo, si prevede che i tavoli di negoziazione saranno convocati a partire dal mese di gennaio. La situazione rimane fluida, con i dipendenti pubblici che si preparano a ricevere gli anticipi dei contratti, ma con molte domande ancora irrisolte.
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