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STADI: SICUREZZA, PAGHINO I CLUB: SOCIETÀ DOVRANNO VERSARE FRA L’1 E 3%

Hanno
minacciato scioperi, lamentando bilanci societari in rosso. Hanno rinviato,
preso tempo, sperando che non si facesse più niente. Ma ora, a distanza di un
anno e dopo un paio di riunioni finite nel nulla, il decreto “stadi” verrà
applicato anche nella parte che riguarda le misure di tipo economico a carico
delle società sportive.

I club dovranno versare una quota non inferiore all’1
per cento e non superiore al 3 per cento degli introiti complessivi derivanti
dalla vendita dei biglietti e dei titoli di accesso emessi, per finanziare i
costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell’ordine pubblico in
occasione delle manifestazioni e delle trasferte.

Soprattutto quei costi che il Viminale non riesce più a sostenere, viste “le
penalizzazioni” della legge di stabilità, e che riguardano la copertura delle
ore di lavoro straordinario e dell’indennità di ordine pubblico delle Forze di
polizia. In poche parole, una quota di circa 25 milioni l’anno da intercettare
al botteghino, dopo che si è deciso di depennare dal testo il prelievo coatto
sulla totalità delle entrate, diritti tivù compresi. Insomma, decisamente meno
di quanto stabilito inizialmente, ma che con il Giubileo in arrivo, e con la
richiesta di lavoro extra-orario per le forze di polizia, è diventata più di
un’emergenza.

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