Sparò a carabiniere, 34enne scarcerato: domiciliari in comunità
Ha lasciato il carcere di Terni dopo oltre un anno e quattro mesi per andare agli arresti domiciliari presso la ‘Comunità Incontro’ di Molino Silla, Josè Miguel Rivas Suriel, il 34enne di origini dominicane che la mattina del 22 luglio del 2019, fra via Curio Dentato e via della Bardesca, aveva dato pesantemente in escandescenze, sparando al carabiniere Mario Palleschi del Nor di Terni. La decisione è stata assunta in questi giorni dal tribunale di Terni in composizione collegiale, a seguito dell’istanza presentata dal legale difensore dell’uomo, l’avvocato Gianluca Muzi. Josè Miguel Rivas Suriel seguirà un programma terapeutico di recupero per tentare di uscire definitivamente dai problemi di droga che ne hanno condizionato pesantemente l’esistenza.
La sentenza di primo grado
Lo scorso settembre il 34enne era stato condannato dal collegio penale di Terni a sei anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per il reato di lesioni aggravate, visto che oltre al Palleschi – raggiunto da due proiettili ai piedi – nella violenta colluttazione erano rimasti feriti un altro carabiniere e due agenti della polizia di Stato.
Il commento
L’avvocato Gianluca Muzi commenta così la decisione di applicare i domiciliari in comunità al suo assistito, in luogo del carcere: «Il collegio penale di Terni, dopo aver dato prova, ove ce ne fosse bisogno, di grande lucidità ed equilibrio giuridici nell’assolvere l’imputato dall’accusa di tentato omicidio, riqualificando la relativa imputazione in lesioni aggravate, ha anche dato prova di lodevolissima diligenza ed attenzione nel valutare i presupposti ed i requisiti ai fini della concessione della misura cautelare più gradata degli arresti domiciliari presso la ‘Comunità Incontro’, assicurando così all’imputato la tutela del diritto alla salute, senza pregiudicare l’efficacia contenitiva della misura».
Le motivazioni
Nell’assumere la decisione, il tribunale di Terni ha rilevato che «non ricorrono esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, poiché pur a fronte della obiettiva gravità dei fatti accertati, gli stessi appaiono connessi non a particolare attitudine criminale, ma allo stato di tossicodipendenza del soggetto, al quale si intende porre rimedio proprio attraverso il programma terapeutico e riabilitativo».
Articolo a cura Redazione Umbria On