SOLDATO USA CREDUTO MORTO COMBATTE DA SOLO PER UN’ORA, 14 ANNI DOPO SI SCOPRE LA TRAGICA VERITÀ: RICEVERÀ LA MEDAGLIA D’ONORE
Il sergente John Chapman, operatore tecnico dell’aeronautica in supporto al SEAL Team 6, è stato ucciso il 4 marzo del 2002 in Afghanistan, durante un feroce combattimento contro preponderanti forze di Al-Qaeda.
Per 14 anni, si è pensato che Chapman fosse rimasto ucciso nelle fasi iniziali dello scontro a fuoco con i fondamentalisti sul monte Takur Ghar. Le immagini effettuate da un drone della CIA, in volo sull’area in quei tragici momenti, hanno svelato che Chapman ha, invece, combattuto da solo per un’ora. L’uomo è riuscito ad uccidere due terroristi, uno nel combattimento corpo a corpo, pochi istanti prima di essere colpito mortalmente dal fuoco delle mitragliatrici pesanti nemiche. L’episodio è avvenuto nel Takur Ghar, a 10.000 piedi, nell’Afghanistan orientale, nel cuore della regione montagnosa al confine con il Pakistan.
Il 4 marzo del 2002, una squadra del SEAL Team 6 è inviata nell’area alla ricerca del sottufficiale di prima classe Neil Roberts, precipitato da un elicottero colpito da un razzo nemico. Ai Six viene ordinato di stabilire un punto di osservazione. I servizi segreti statunitensi, anche loro al centro del mirino dopo le recenti rivelazioni, confermano che l’area è sicura. L’unità, invece, si ritrova subito ad affrontare i guerriglieri di Al-Qaeda. Non potendo in alcun modo sperare di sopraffare il nemico che continua a martellarli con granate e mitragliatrici pesanti, il comandante dell’unità, Britt Slabinski, ordina la ritirata verso la montagna. È proprio in quel momento che Chapman, a pochi passi da Slabinski, viene colpito. Sono momenti concitati. Il corpo dell’uomo, racconteranno i membri dell’unità, si abbandona sulla neve, apparentemente senza vita. Slabinski, che non ha mai potuto confermare il decesso, ordina comunque ai sopravvissuti di procedere nelle retrovie. Più volte chiamato dai compagni, Chapman resta immobile, apparentemente senza vita, sulla neve. Nel 2003 riceve l’Air Force Cross.
Passano 14 anni. L’Air Force analizza grazie ad un nuovo software, i filmati effettuati da un drone della CIA, in volo durante lo scontro a fuoco tra i Seal ed i terroristi.
14 anni dopo, si scoprirà la terribile verità su Chapman. L’operatore in supporto al SEAL Team 6 perse soltanto i sensi per pochi minuti prima di riprendere a combattere. Come se questi dettagli non fossero abbastanza drammatici, si scopre che Chapman, ritenuto morto dai compagni, si sarebbe potuto salvare grazie ai Ranger inviati per esfiltrare l’unità. Chapman, ormai isolato e creduto morto dai compagni, inizia a combattere per proteggere i Ranger in avvicinamento su un Chinook. Dopo aver eliminato due terroristi, viene colpito mortalmente dal fuoco nemico.
Alla luce di queste ultime informazioni, l’Air Force raccomanda laMedaglia d’Onore. L’ultima decisione spetterà ad Obama.
Le rivelazioni su Chapman hanno riacceso le tensioni tra i vari corpi coinvolti quel giorno, SEAL, Ranger, Air Force e CIA e sugli errori compiuti nel pianificare la missione. Le indagini hanno appurato che l’unità, ritenendo morto il compagno e trovandosi sotto un intenso fuoco di sbarramento nemico con forze preponderanti, non poteva fare altro che ritirarsi.
Il sergente John Chapman, riceverà la più alta decorazione militare assegnata dal Governo degli Stati Uniti.