Sindacati militari: la replica di La Fortuna (USMIA) al Gen. Burgio. ‘Schieratevi con i Carabinieri’
“Sign. Burgio, è facile criticare quando si è fuori dai giochi, specialmente con una pensione che le permette di vivere più che dignitosamente, a lei e alla sua famiglia.
Riportiamo la risposta del Segretario Nazionale Usmia Giuseppe La Fortuna al Generale di Corpo D’Armata in congedo Carmelo Burgio che in un recente articolo sulla Gazzetta di Lucca, con un’analisi pungente e controversa, ha ritenuto sindacato e stellette un binomio incompatibile, soprattutto, quando c’è di mezzo la sicurezza e la difesa del Paese
L’appello per un sostegno concreto
“Anziché attaccare la nuova legge – ha proseguito La Fortuna – che ha aperto un barlume di speranza alle organizzazioni sindacali militari, sarebbe più opportuno schierarsi dalla parte dei Carabinieri, sostenendo la loro lotta per migliorare uno strumento che attualmente non riesce a tutelare adeguatamente neppure chi tutela.
I “Suoi” Carabinieri, coloro con cui ha affrontato tante sfide e grazie ai quali ha ottenuto grandi risultati e soddisfazioni operative, che indiscutibilmente hanno contribuito alla sua ascesa ai vertici dell’Arma, oggi si aspettano da lei una critica che sostenga e migliori la legge sindacale e, soprattutto, un attacco politico nei confronti di un Governo che finora si è dimostrato “avaro” nei confronti delle migliaia di donne e uomini appartenenti all’intero comparto difesa e sicurezza.
La situazione economica dei Carabinieri
Un Governo che, nonostante il concreto e attuale pericolo per la sicurezza che il nostro Paese sta vivendo, ha destinato risorse insufficienti per il rinnovo contrattuale 2022-2024.
Non dimentichiamo che oggi un Carabiniere è costretto a vivere con uno stipendio che si aggira intorno ai 1.400 euro al mese, con prospettive pensionistiche davvero preoccupanti.
In questo periodo di forte tensione sociale e di crescenti pericoli per la sicurezza, i Carabinieri continuano a sacrificare la propria vita per garantire legalità ai cittadini e un futuro migliore alle nuove generazioni.
Tutto questo nonostante condizioni logistiche, alimentari, alloggiative e di servizio precarie, che violano persino le norme basilari sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’invito a schierarsi con la ‘truppa
Signor Burgio, ora che è un generale in pensione e non è più vincolato dalle responsabilità gerarchiche derivanti dal servizio attivo, non sarebbe più gratificante schierarsi con le associazioni sindacali per dare voce al grido di dolore della “truppa”?
Lei, che al culmine della sua carriera si è sentito tradito nelle aspettative, non crede che ora sia il momento di opporsi alle forme di arroganza gerarchica che, in alcuni casi, sfociano in un dispotismo ormai inaccettabile per le nuove generazioni, non più “imbavagliate” come ai nostri tempi?
Meritocrazia e Sprechi
Non sarebbe questa l’occasione ideale per valorizzare la meritocrazia e mettere in luce lo sproporzionato numero di generali e il loro continuo aumento, a fronte di un numero di posizioni operative limitate?
Non crede che questo spreco, criticato persino da alcuni autorevoli dirigenti in carriera, non sia più sostenibile, soprattutto nel rispetto di chi fatica ad arrivare a fine mese?
Un esempio tra tanti è la posizione dei Vice Comandanti Interregionali, che lei conosce bene, essendo stato questo il suo ultimo incarico di vertice. Una figura – quella del vice – priva di deleghe operative che, nei momenti più intensi di lavoro burocratico, “gestisce” poche pratiche.
Blocco del turnover per gli ufficiali
Le lancio una provocazione, Signor Burgio: non crede che l’Arma, in queste condizioni, farebbe meglio a sperimentare per alcuni anni un blocco del turnover per gli ufficiali, risparmiando così milioni di euro da destinare alle categorie cosiddette più deboli – carabinieri, appuntati, sovrintendenti e sottufficiali?
Quelle categorie più afflitte e più esposte al rischio, prive di qualsiasi tutela, che sopportano carichi di lavoro ormai insostenibili a causa della cronica carenza organica, accontentandosi di uno stipendio da fame e subendo, peraltro, il consueto taglio delle ore di straordinario.
Dare voce ai meritevoli
Oggi – ha concluso La Fortuna – che per lei è più facile esprimere il suo pensiero senza timore alcuno, potrebbe somministrare la stessa “pillola del coraggio” a numerosi colleghi valorosi e meritevoli – di ogni ordine e grado – che, nonostante tutto, si sono visti precludere la carriera. Tanto è vero che negli ultimi 30 anni l’Arma ha perso menti brillanti a causa di questo “sistema oscuro”, che tutti conoscono ma di cui nessuno parla.”
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