SICUREZZA NEL TERRITORIO. SERVONO SOLO PIU’ AGENTI? AD INIZIO LEGISLATURA OCCORRE DIRE E FARE BEN ALTRO
Una legislatura appena avviata e con evidenti incognite sul prossimo e futuro governo, con una campagna elettorale appena conclusa, che ha trattato le pesanti tematiche della sicurezza, con eccessi di minacce, semplicismo e scorciatoie. La più comune e trasversale, si limitava a rivendicare “più poliziotti“. Punto.
Così, in Italia, in Emilia Romagna,in ognuna di queste nostre province,con il riaccendersi di sterili polemiche pubbliche fra neoeletti, sindaci e rappresentanti dello Stato. E’ quanto si rivede in questi giorni nelle pagine locali di parecchie nostre provincie, ben al di là del buon lavoro, dei meriti e sacrifici del personale dei vari Corpi di polizia.
Quindi, una sollecitazione a tutti i parlamentari appena eletti per stare coi piedi in terra e riconsiderare tematiche che da tempo la Cgil e pure il sindacato di polizia Silp-Cgil propongono.
Per accrescere la sicurezza dei cittadini è urgente accrescere gli organici? E’ questo l’obiettivo sufficiente e risolutivo? SI, se si guarda corto. NO, se finalmente si parte analizzando le pesanti incongruenze strutturali e con lo sguardo anche rivolto all’Europa.
Perché sul versante delle strutture di polizia esistenti, complesse e sovrapposte, da anni in attesa di riforme mai arrivate, abbiamo alcuni primati imbarazzanti in Europa !
a) Siamo il paese europeo – e quindi anche la regione – col più elevato numero di agenti/organici in rapporto alla popolazione. Ragioniamo sui dati ufficiali relativi ai principali Paesi EU e più vasti dell’Italia:
– Gli organici dell’insieme delle tre polizie italiane – PS, CC, GdF – raggiunge le 278.000 unità. In Germania ne hanno 35.000 in meno, in Francia oltre 70.000 in meno, e così in Spagna, Inghilterra e Paesi nordici.
– Senza sottovalutare, assolutamente, di aggiungere gli oltre 60.000 agenti delle nostre Polizie Municipali che nel controllo e sicurezza dei territori c’entrano eccome!
b) Siamo l’unico paese europeo ad avere due corpi di polizia con le stellette militari. Gli unici a conservare militarizzata la nostra “polizia economica e finanziaria” e con l’assurdo di dirottare parte dell’organico della Guardia di F. nei servizi di ordine pubblico, piazze e stadi compresi! Per non dimenticare l’unica esagerazione europea, in porto con l’allora governo D’Alema, per aver trasformato il corpo dei Carabinieri nella 4° forza armata dello stato ! E gli unici, nell’intero Occidente, ad aver incassato la pessima controriforma che ha militarizzato – appena un anno fa – addirittura il Corpo civile della Guardia Forestale!
c) Siamo il paese col record europeo che schiera nei territori Corpi con 9 (nove) divise e funzioni diverse, a volte sovrapposte, poco coordinate e troppa separatezza organizzativa nelle ordinarie attività di prevenzione sui territori ed indagini. Corpi che rispondono a cinque diversi ministeri, ma in parte anche a regioni e comuni, ma che di fatto non hanno ancora tradotto la direttiva europea del 2004 che obbligava tutti i Paesi a realizzare – di fatto e non sulla carta – il N° Unico 112 e, sopratutto, unificare le diverse e sparse sale operative di ognuna delle polizie.
d) Così sono rimaste inattuate di fatto, le buone indicazioni della ormai lontana riforma della PS e rallentati i migliori obiettivi di leggi e più recenti Protocolli locali fra città/comuni e prefetture, che prevedevano concrete forme di “coordinamento” fra i diversi Corpi e con le polizie municipali, l’apertura di “cabine di regia“, l’avvio della “polizia di prossimità” nei quartieri/ paesi, e l’apertura dei benedetti “posti integrati” nei centri urbani.
Esperimento che partì bene, ad esempio un decennio fa nella città di Modena, ma ora di fatto svuotato per l’assenza dei “carabinieri di quartiere”, pur previsti per legge, e la pesante riduzione dei poliziotti prima assegnati e poi ritirati.
E si potrebbero allungare gli esempi che frenano efficacia ed efficienza nel lavoro di sicurezza. Ovviamente, le province emiliane e romagnole non possono sottrarsi a questi limiti legislativi nazionali e strutturali, nonostante le tante positività degli interventi regionali e territoriali. Temi perciò pesanti e di struttura che vanno oltre i titoli polemici ricorrenti sulle mere “carenze di organico”. Abbiamo più agenti di ogni altra nazione, ma troppo sparpagliati e poco coordinati.
In conclusione, prendiamo ad esempio concreto la provincia di Modena. Ai cittadini ed ai circa 1.300 operatori dei tre Corpi di polizia – PS, CC e GdF – cui vanno aggiunti i circa 700 vigili urbani dei comuni modenesi – cioè un operatore ogni 350 cittadini – dobbiamo promettere più assunzioni (pure oggi necessarie) per risolvere l’intricato peso della sicurezza, oppure avviare un lavoro su un esteso percorso di riforme, razionalizzazione, coordinamento e semplificazione nell’arcipelago dei numerosi ed “autonomi” corpi operativi?
La Cgil ribatte questo chiodo decisivo. Aspetti strutturali da affrontare concretamente per dare risposte credibili ai bisogni della società ed alle sensibilità dei Comitati dei cittadini sempre più attivi nei territori.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna – Vice presidente direttivo naziona Ficiesse