Sicurezza, Leu ha chiesto i codici alfanumerici per gli agenti, Fsp Polizia: “Prima identificativi sui violenti che aggrediscono le forze dell’ordine”
“Donne e uomini in divisa stanno facendo di tutto per tenere in piedi il paese in uno dei momenti più bui della sua storia recente, a costo di sacrifici e subendo conseguenze drammatiche sulla loro salute e sulla loro incolumità in piazze continuamente messe a ferro e fuoco, e il meglio che certa politica riesce a partorire per loro è esporli ancora di più al pericolo marchiandoli come capi di bestiame. Esattamente nel momento in cui chiediamo quasi disperatamente per le Forze di Polizia più sostegno, più protezione, più garanzie, più dignità, per l’impennata di violenze, aggressioni e abusi di ogni tipo che gli operatori subiscono, anche considerato il difficilissimo momento storico e sociale, torna la proposta di introdurre gli identificativi. Verrebbe da pensare a uno scherzo di pessimo gusto, ma invece è un’amara e vergognosa verità. Allora davvero non è chiaro che il personale delle forze dell’ordine non ne può più”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, a proposito dell’emendamento al decreto sicurezza proposto da Fratoianni, Orfini, Palazzotto, Raciti, Pini, Rizzo, Nervo, Gribaudo, in tema di “identificazione del personale delle forze di polizia in servizio di ordine pubblico”, secondo cui gli agenti “devono avere sull’uniforme e sul casco di protezione … una sigla univoca che consenta l’identificazione dell’operatore..”.
“Viene da chiedersi – aggiunge Mazzetti – come si possa calpestare in maniera così brutale e arrogante il senso del dovere e di responsabilità che ancora porta migliaia di operatori per strada nonostante le storture e le ingiustizie che vengono riservate loro in ogni contesto. Persone che per stipendi da fame restano in prima linea, ogni tre ore uno di loro che finisce in ospedale, e come si pensa di contraccambiare? Non con un contratto atteso ormai da quasi due anni, non pagando gli straordinari fermi a un anno e mezzo fa, non fornendo tutele legali e giudiziarie, non urlando ai quattro venti senza se e senza ma che una divisa deve essere rispettata per ciò che rappresenta, ma introducendo gli identificativi così che ogni poliziotto di Italia sia ulteriormente esposto a ritorsioni, aggressioni e violenze di ogni genere. E’ scandaloso. Prima di parlare di codici alfanumerici per gli agenti, si pensi agli identificativi per i delinquenti che ogni giorno in tutta Italia si sentono liberi di aggredire, resistere, infamare chi porta la divisa, certi che sia una cosa del tutto normale, e certi di restare impuniti e, soprattutto, certi del sostegno ideologico di certi esponenti politici. Tutte le Istituzioni devono dire con chiarezza da che parte stanno, se da quella dei criminali che con ogni pretesto devastano le città e mandano donne e uomini in divisa in ospedale, o da quella di chi in rappresentanza dello Stato, con rischi enormi e spesso poco supportato, resta saldo al servizio del Paese e dei cittadini”.