Il SIAM incontra la CGIL. Le criticità del DDL, le difficoltà lavorative di un sindacalista militare nel 2022 e un’ordine di trasferimento di cui si ignorano le motivazioni e la presunta destinazione
Come è noto la CGIL da sempre tutela e difende i diritti delle Donne e degli Uomini nel mondo del Lavoro. Ora ci si ritrova ad affrontare una nuova sfida in ambito lavorativo con una categoria, quella dei lavoratori militari, che fino al 2018 non era dotata di strumenti di rappresentanza tali da consentire e garantire una tutela piena e concreta dei loro diritti sul posto di lavoro. E’ quanto si legge in un comunicato del SIAM – Sindacato Aeronautica Militare.
Nel 2018, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018 del 13 giugno 2018, anche ai militari è stato riconosciuto il diritto a costituire delle associazioni professionali tra militari di carattere sindacale c.d. Sindacati Militari. In questo incontro sono stati trattati alcuni temi importanti come il Disegno di Legge 1893 Il segretario della sezione Trevigiana e membro del Comitato Direttivo Nazionale del SIAM Viscovich illustra i nodi critici del DDL approvato al Senato della Repubblica:
• L’individuazione della giurisdizione amministrativa anziché quella del giudice del lavoro per la risoluzione delle controversie in materia di lavoro determina una condizione nella quale al militare non viene riconosciuto lo status di lavoratore;
• il controllo triennale del Ministero della Difesa sugli statuti delle associazioni sindacali prefigura un’ingerenza permanente nell’autonomia del sindacato.
• il divieto di avere rapporti di carattere organizzativo e convenzionale con associazioni sindacali diverse da quelle costituite tra militari evidenzia la volontà di impedire la crescita dei sindacati militari impedendo loro di fruire anche dei servizi garantiti ai lavoratori tutti, dalle organizzazioni sindacali confederali;
• la previsione che i Cocer continuino a esercitare anche la funzione di partecipazione alla concertazione per il rinnovo dei contenuti del rapporto di lavoro è un mancato riconoscimento dell’esercizio dell’attività sindacale, che esclude i sindacati militari dal tavolo per il rinnovo contrattuale presso il Ministero della Pubblica amministrazione.
• Il muro che viene alzato tra le organizzazioni sindacali militari, il mondo militare nel suo insieme e il resto del contesto sindacale e, più in generale, del contesto sociale, economico, culturale del Paese stride con i valori democratici del nostro ordinamento.
Riguardo al Disegno di Legge sui sindacati militari Marco Viscovich dichiara: “Nell’attuale Disegno di Legge permangono serie criticità che si auspica possano trovare soluzioni tramite un iter purtroppo lungo e costoso che sarà quello dei ricorsi ai vari livelli fino alla Corte Europea, in modo da poter migliorare l’attuale testo dando piena e definitiva agibilità ai sindacati, completando un percorso che rappresenta una svolta storica per le Forze Armate e per i Corpi di Polizia ad ordinamento militare, e non consegnando un testo come l’attuale che risulta essere mancante dei principi base della rappresentanza per un lavoratore militare. Occorrono maggior confronto politico e una migliore condivisione d’intenti che ad oggi manca totalmente.”.
A tal riguardo Mauro Visentin aggiunge: Se il testo a suo tempo approvato alla Camera era insoddisfacente, quello che esce dal Senato è addirittura peggiore, in quanto distante sia dalle reali esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. C’è già una sentenza della Corte Costituzionale che prevede la formazione di veri sindacati nelle Forze armate ovviamente dentro i limiti del dettato costituzionale. Le Forze dell’ordine e le Forze armate sono istituzioni che devono vivere all’interno di una società complessa e ne devono essere parte integrante. La politica abbia coraggio e cambi il proprio approccio verso questo mondo. Superi la visione di un settore che necessita di una separatezza in nome di una malintesa ‘neutralità’ e ‘coesione interna’ con il rischio che si dia sostegno solo a propositi corporativi. Servono invece urgentemente interventi profondi e riconoscere al sindacato il ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che possano trovare in queste organizzazioni il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Costituzione anche nell’ambito militare. Tornando sul nostro territorio, il Segretario Provinciale Mauro Visentin affronta con il Dirigente del SIAM lo stato dell’arte merito al suo mandato da sindacalista, ora che il SIAM è riconosciuto ed autorizzato dal Ministro della Difesa.
In particolare come si svolge l’attività di rappresentanza e di tutela sul posto di lavoro, presso l’aeroporto militare, quali sono rapporti con i comandanti, con i colleghi e colleghe iscritte al sindacato. Marco Viscovich nota il fatto che purtroppo sviluppi positivi non ci sono stati, anzi, con questo disegno di legge che definisco limitativo, e con i recenti emendamenti peggiorativi emessi dal Senato, abbiamo fatto passi indietro anzi un salto indietro in materia di tutela dei diritti di colleghe e colleghi militari. E’ una vera impresa, una missione, quella di tutelare gli iscritti e nello stesso tempo tentare di migliorare l’amministrazione in cui si opera. I sindacati militari possono incrementare soprattutto l’efficienza della Forza Armata, partendo da un presupposto comune anche al mondo del lavoro civile. Se i dipendenti sul proprio posto di lavoro stanno “bene” e si sentono tutelati, possono lavorare meglio e con maggior partecipazione ai progetti di difesa della Patria e delle Istituzioni. assieme ai sindacalisti che possono garantire il rispetto della normativa in ambito lavorativo. Ovviamente escludendo a priori gli ambiti prettamente operativi, come operazioni di guerra, o attività rientranti nell’ambito del segreto militare. Per il resto, i sindacati potrebbero e dovrebbero essere d’ausilio sia al personale che opera sul campo, sia a dirigenti che potrebbero confrontarsi prima o durante lo svolgimento dell’attività rutinaria con gli stessi sindacati, ovviamente sempre nel rispetto dei ruoli e delle norme.
Personalmente – prosegue Viscovich – mi trovo in serie difficoltà a dare delle risposte, il ruolo da sindacalista lo svolgiamo fuori dall’aeroporto e nel nostro tempo libero, spesso fruendo dei nostri giorni di ferie, al momento raccogliamo le istanze da parte del personale e le gestiamo come SIAM, la maggior parte di queste segnalazioni e richieste di assistenza, sono dovute a difficoltà oggettive da parte dei colleghi che non hanno elementi sufficienti per comprendere determinate dinamiche, e che spesso non trovano risposte soddisfacenti da parte della linea gerarchica ed in alcuni casi trovano risposte palesemente in contrasto con le norme, e questo è un problema serio. Posso affermare che non è affatto semplice affrontare la giornata lavorativa, le pressioni si percepiscono e a volte impattano anche nella vita privata, di recente mi è stato ordinato di compilare un documento perché hanno deciso di trasferirmi, le motivazioni non le conosco, dove e quando “?” Lo sapremo forse qualche giorno prima del trasferimento, qualora si concretizzasse. Mi aspetto di tutto, anche di essere trasferito o che qualcuno possa giudicarmi in maniera pregiudizievole perché svolgo l’attività sindacale, o peggio sanzionato perché ho preso un caffè presso la sede della CGIL, o per altri pretestuosi motivi. Purtroppo manca la cultura sindacale e la volontà di confrontarsi in maniera seria e democratica, questo non da parte nostra ovviamente, siamo sempre aperti al confronto e disponibili ad accettare qualsiasi critica purché sia costruttiva. Alla base di tutto manca proprio il requisito fondamentale per poter migliorare, ovvero il rispetto delle risorse umane, delle donne e degli uomini che sono servitori dello Stato, del Popolo Italiano e non di un qualsivoglia “padrone”, i beni della Difesa e le risorse umane sono un bene dello Stato e a disposizione dello stesso.
Un grazie alla CGIL per lo spazio concesso al Sindacato Aeronautica Militare e a questa nuova realtà italiana. Per la Cgil occorrono urgentemente interventi profondi,capaci di conquistare trasparenza e di rendere pienamente esigibile l’agire sindacale, con i limiti che la Costituzione indica. Riconoscere al sindacato il ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che trovano in queste organizzazioni il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Carta costituzionale anche nell’ambito militare.