SI FARA’ IL RIORDINO CHE NESSUNO VUOLE PIU’? LA POLIZIA PENITENZIARIA RISCHIA GROSSO
Sembrava essere partito bene il nuovo Riordino delle Carriere con la delega dell’articolo 8 comma 1 della Legge 7 agosto 2015 n.124 che proponeva, tra l’altro: “la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera…prevedendo l’eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche…assicurando il mantenimento della sostanziale equiordinazione del personale…” era chiara e attuabile e, da subito iniziavano gli incontri tra le Amministrazioni, trasparenti e disponibili quelli al Dipartimento della P.S., invece, chiusi, indisponibili e quasi segreti al sindacato per il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
Ma noi sappiamo da tempo di non doverci aspettare granché dai dirigenti penitenziari/direttori di carcere, che non sono di Polizia, non avendone né attribuzioni né qualifiche, che dalla Polizia Penitenziaria hanno sempre preso qualcosa/troppo senza concedere alcunché, fin dalla Riforma del 1990, dal trattamento economico di dirigenti (al pari degli abbuoni di un anno ogni 5, alla mensa di servizio, agli asili nido, alle missioni e agli straordinari, etc. etc.) fino alla prerogativa di superiori gerarchici (SIC!) di appartenenti ad una Forza di Polizia a cui permangono del tutto estranei, così come sapevamo e sappiamo che al Ministro Andrea Orlando che la Polizia Penitenziaria sia una Forza di Polizia importa poco o niente, anzi..semmai.
In ogni caso avevamo e abbiamo fiducia nei Colleghi delle altre Forze di Polizia, che quanto da loro ottenuto, sicuramente sarebbe arrivato anche al nostro interno.
In tale prospettiva, il Riordino delle carriere è divenuto la possibilità unica di ottenere quella dirigenza del Corpo che ancora non esiste (a 25 anni dalla smilitarizzazione, la massima qualifica è Commissario Capo e il Consiglio di Amministrazione del Ministero della Giustizia, presieduto dal Sottosegretario Cosimo Ferri, non riesce neanche individuare i criteri di avanzamento per 90 funzionati che hanno maturato il diritto da un anno e che dovevano valere per i 5 anni precedenti. VERGOGNA!), per riuscire a riorganizzare servizi e funzioni, per interloquire e interscambiare informazioni e competenze sulla sicurezza e sulla prevenzione, finalmente alla pari con le altre Forze di Polizia, perché il carcere, soprattutto in Itala, a parte salvare i detenuti dai tentativi di suicidio, o consentire che lavorino, che si incontrino, che facciano sport o vadano a scuola, o incontrino i propri familiari, per la Polizia Penitenziaria non è né deve essere mero contenimento e quotidiana sopravvivenza, invero oggi quanto mai precari, stanti lo scadimento delle condizioni di vivibilità e la crescente violenza interna, ma anche e sopratutto lavoro di prevenzione e di conoscenza delle condizioni di sicurezza sul territorio in favore della Collettività.
Poi, con la disomogeneità delle posizioni tra le Forze di Polizia ad ordinamento militare rispetto a quelle ad ordinamento civile, sono arrivate le prime “docce fredde”, amplificate da una disponibilità di stanziamenti quanto mai insufficiente.
La prospettiva, quindi, di una vittoria “di Pirro” rispetto al nulla che andava concretizzandosi, per agenti-assistenti, sovrintendenti e ispettori, ha indotto alcuni ad assumere contatti in sede politica per ottenere una proroga di 6 mesi al termine di agosto, in vista di maggiori stanziamenti.
Oggi infine, mentre il Ministero dell’interno tirerebbe dritto per la propria strada per un Riordino che costituirebbe la prima tappa di un generale processo di riorganizzazione, mentre ogni giorno si susseguono incontri in sede tecnica e riconteggi (si è tornati ai 10 anni per gli assegni degli assistenti capo) il MEF avrebbe gettato la maschera indicando chiaramente che le innovazioni e gli ampliamenti ciascuno deve pagarseli da se, nel caso, mediante riduzioni dell’organico tra i ruoli.
Per la Polizia Penitenziaria, quindi, i 415 dirigenti e 452 direttivi del ruolo unico, i 250 direttivi del nuovo ruolo direttivo, i 4.150 ispettori e i 5.260 sovrintendenti (con l’immediato scrutinio per 2.700 assistenti capo) potrebbero restare un sogno, pena un’ulteriore riduzione dei 30.439 agenti-assistenti, residuali dalla legge Madia e che potrebbero davvero non bastare più se non si compie, la scelta, anche tecnologica oltre che formativa e organizzativa verso un nuovo ruolo di Polizia nelle carceri.
Leo Beneduci sgo
OSAPP
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