SERVE UNA LEGGE SPECIALE PER GLI INVESTIMENTI DELL’ESERCITO
bisogno di una norma speciale, simile alla Legge navale, che consenta a
politica ed Esercito di programmare gli investimenti d’arma, senza essere
ostaggi delle temperie del momento. Nasce con questo obiettivo uno dei progetti
a cui lavora il senatore democratico Nicola Latorre, presidente
della Commissione Difesa di Palazzo Madama.
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LA
STABILITÀ CHE MANCA
è possibile – spiega Latorre a Formiche.net – che l’Esercito
debba ogni anno rivedere e vagliare alcuni aspetti dei suoi investimenti.
Questo non crea la necessaria stabilità e non ci consente di definire, come
Paese, obiettivi a lungo termine. Da qui la necessità di una legge speciale che
eviti di tenere l’Esercito sotto la spada di Damocle di politiche di bilancio
che poi devono di volta in volta essere adeguate alle esigenze del momento, ma
che al contrario garantisca fondi certi e una programmazione pluriennale per la
necessaria evoluzione tecnologica e di mezzi della nostra Forza armata più
grande”.
La sollecitazione a una soluzione di questo tipo giunse – come
ha raccontato Stefano Vespa su Formiche.net –
da un convegno sul futuro dell’Esercito tenuto al Centro studi internazionali
lo scorso 12 gennaio. Spunto che il presidente della Commissione Difesa del
Senato ha raccolto e che potrebbe portare a nuovi sviluppi.
CONTESTO
il rinnovamento del nostro strumento militare nel settore aeronautico e in
quello navale – protagonista di una legge apposita simile a quella immaginata
dal senatore dem – oggi si medita dunque la stessa attenzione nei confronti
delle forze terrestri, fondamentali negli attuali scenari di crisi: da quella
in Siria e Iraq alla vicina Libia.
PERCORSO
dare al momento dei tempi definiti. Bisognerà vedere, sottolinea Latorre, quale
sarà l’evoluzione del processo legislativo e valutare l’opportunità del
momento. Ad ogni modo, la strada immaginata dal senatore dem è quella della
presentazione di un disegno di legge, che verrebbe poi assegnato alla
commissione competente, in questo caso quella della Difesa, che darà via
all’iter.
CIFRE
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Pur
essendone slegata, una legge speciale di questo tipo si coniugherebbe
idealmente con un altro strumento programmatico di recente rilascio, il Libro
Bianco della Difesa voluto dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e
approvato dal Consiglio supremo di Difesa il 21 aprile 2015. Si tratta del
documento di politica militare che definisce per i prossimi 15 anni ruolo e
caratteristiche della Difesa italiana, identificando perimetri di azione,
criticità e strategie per porvi rimedio. Il testo non manca di sottolineare la
necessità di fare meglio con meno risorse. Di ottimizzare insomma, tenendo
conto che il momento non è dei migliori. Le cifre contenute nel Documento
programmatico del ministero della Difesa per il triennio 2015-2017 lo
evidenziano: quest’anno si spenderà il 75,6 per cento del bilancio per il
personale, il 9,1 per l’esercizio e appena il 15,3 per cento per
l’investimento; l’anno prossimo il personale costerà il 75,7 per cento e anche
quello 0,1 in più sarà a danno dell’investimento. Nel 2010 le cifre, che già
erano negative, mostravano invece il 65,4 per cento per il personale, il 22,3
per l’investimento e il 12,3 per l’esercizio. Ecco perché, in tempi di minacce
crescenti, Via XX Settembre e i vertici delle Forze armate credono ci sia
bisogno di invertire la rotta; un obiettivo possibile solo con una
programmazione accurata.
RICETTA DEL LIBRO BIANCO
ricetta è contenuta proprio nel Libro Bianco, analizzato lo scorso
aprile da questa testata: “l’obiettivo della riforma delineata” dal
documento “è di massimizzare i risultati ottenibili in un quadro di
stabilizzazione delle risorse per la Difesa, nella prospettiva di potersi
riallineare agli impegni assunti in sede internazionale quando la situazione
economica e finanziaria lo renderà possibile. Per raggiungere questo obiettivo
sarà sviluppata una legge pluriennale per i maggiori investimenti della Difesa
e sarà superata l’attuale tripartizione delle spese di bilancio della Difesa”.
È questo il quadro di innovazioni e razionalizzazione in cui andrà innestato
ogni nuovo provvedimento.