SE LI AFFRONTI RISCHI DI ESSERE INDAGATO, SE LI EVITI SEI UN CODARDO, SE VIENI PESTATO HAI FATTO IL TUO DOVERE
I fatti accaduti l’altro giorno a Piacenza che hanno visto protagonista un folto gruppo armato di antifascisti contro un pugno di Carabinieri, non sono altro che la prova di quello che accade frequentemente in tutte le città d’Italia. Uomini e Donne lasciati allo sbaraglio costretti a subire una violenza spesso preannunciata o perlomeno prevedibile come in questo caso, vista l’evidente sproporzione tra le forze impiegate nel servizio di Ordine Pubblico e il numero di manifestanti.
COME MAI NESSUNO SI CHIEDE PERCHÉ ACCADE TUTTO QUESTO?
La risposta è alla portata di tutti, anche di coloro che fanno finta di non saperlo: oggi le Forze dell’Ordine evitano di far uso LEGITTIMO della forza e di tutti gli altri mezzi a loro disposizione poiché l’incognita dello scontro, non di rado, fa scaturire problemi con la Giustizia e ripercussioni di ogni genere. Questa preoccupante situazione che potrebbe essere definita come una contagiosa psicosi, benché latente e probabilmente poco percepibile dall’esterno, è legata ad un ordinamento giuridico che nella sua pratica applicazione appare rafforzare le garanzie di Legge nei confronti di chi delinque a discapito di si adopera incessantemente per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica anche a rischio della vita.
Questo è il pensiero comune di chi opera sul territorio, fortemente condiviso dai delegati Carmine CAFORIO e Giuseppe LA FORTUNA i quali sottolineano: la VITA, la libertà e i diritti dell’uomo sono beni imprescindibili, i più preziosi che la nostra Costituzione tende a tutelare, ma gli strumenti normativi a disposizione delle Forze di Polizia, destinate a difenderli, appaiono ormai inadeguati a contrastare efficacemente le emergenti piaghe sociali che pericolosamente stanno sgretolando la sicurezza della nostra Nazione. Sarebbe opportuno che lo Stato, con l’incisiva quanto doverosa collaborazione dei Vertici Istituzionali, prenda coscienza della precaria situazione legata all’ordine e alla sicurezza pubblica adottando provvedimenti che diano un segnale concreto e soprattutto idoneo a contrastare ogni fenomeno criminale.
Che il nostro appello giunga anche a coloro i quali, invece di indirizzare le loro battaglie politiche affinché vengano “MARCHIATE” LE UNIFORMI DEI FEDELI SERVITORI DELLO STATO con delle umilianti matricole e che hanno lottato per introdurre nel codice penale il nuovo reato di tortura – una norma inapplicabile che appare più una inutile intimidazione – allo stesso modo si prodigassero per trovare un sistema efficace al fine di tutelare meglio gli operatori di polizia e assisterli in caso di ferimento in servizio poichè costretti a pagarsi di tasca propria anche le spese sanitarie.