Schianto tra gli alberi, urla tra le lamiere. Giovane salvata da un poliziotto di passaggio: in servizio sempre, anche senza divisa.
TURSI (MT), – In un’Italia dove troppo spesso si punta il dito contro le forze dell’ordine, c’è ancora chi indossa la divisa anche quando non ce l’ha addosso. Era il pomeriggio di Pasquetta, lungo la strada che collega la SS 598 a Tursi, in contrada Caprarico, dove una ragazza è uscita viva – e forse anche viva per miracolo – da un’auto capovolta grazie all’intervento di un agente di polizia libero dal servizio.
Lo schianto, il sangue, l’abitacolo ribaltato
Sono da poco passate le 15:50 quando una Fiat Punto finisce la sua corsa contro un albero, fuori dalla carreggiata, dopo essersi ribaltata. Dentro, una giovane donna, cosciente ma ferita al volto, intrappolata tra lamiere e vetri.
Nessuna sirena. Nessun lampeggiante. Solo un uomo. Un poliziotto della Questura di Taranto, fuori servizio, che non passa oltre, non esita. Si ferma, mette l’auto in sicurezza e si getta tra le lamiere per liberare la ragazza da quell’inferno di lamiera. La tira fuori da un finestrino posteriore, tra sangue e paura.
Soccorsi difficili: a guidarli è ancora lui
Nessun gps riesce a spiegare dove ci si trovi. Una zona impervia, poco segnalata. I residenti – accorsi dopo aver udito il tonfo – non riescono a descriverla con precisione. È di nuovo lui, il poliziotto, a trovare la soluzione: geolocalizza la posizione e la invia via WhatsApp ai Carabinieri, accelerando i soccorsi.
Ambulanza. Sanitari. Poi, vista la gravità delle condizioni della ragazza, arriva l’elisoccorso diretto all’ospedale di Potenza. Lei è salva.
In silenzio, con onore
Mentre le famiglie erano ancora a tavola per la grigliata di Pasquetta, lui era inginocchiato tra le lamiere, a strappare una sconosciuta da un incubo.
L’agente non ha rilasciato dichiarazioni. Non si è fatto intervistare. Non ha chiesto applausi. Ha fatto ciò che ogni poliziotto è addestrato a fare, anche senza doverlo. In un’epoca dove è fin troppo facile attaccare la divisa, questo gesto – silenzioso ma concreto – ci ricorda che chi sceglie di servire lo fa sempre. Anche quando nessuno guarda. Anche quando nessuno applaude.
Il silenzio della stampa, la voce di Infodifesa
Non troverete questa storia in prima pagina. Non se ne parla nei telegiornali. Perché non fa notizia quando un poliziotto salva una vita. Fa più notizia un errore, una svista, un video tagliato. Noi no. Noi scegliamo di raccontarla. Perché in questa Italia dove si discute se la divisa sia ancora una garanzia o un problema, storie come questa sono l’unico antidoto al cinismo diffuso.
Quando un poliziotto è solo “uno che passava”
Eppure, c’era un uomo. Un servitore dello Stato. Senza divisa. Senza ruolo. Solo con coraggio. E una ragazza che oggi è viva anche grazie a questo.
Noi di Infodifesa continueremo a raccontare queste storie. Perché non servono riflettori, ma memoria. Perché non è la divisa a fare l’eroe. È chi la onora, anche quando nessuno lo chiede.
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