Sindacati Militari

Sanità militare nel mirino: la riforma “top secret” che agita l’Arma

Silenzio istituzionale e crescente malumore

Quale sarà il destino del personale sanitario dell’Arma? È la domanda che, da settimane, rimbalza tra medici, veterinari, psicologi, farmacisti e infermieri in divisa, senza che dal Ministero della Difesa arrivi alcuna risposta.
Un silenzio definito “assordante e inaccettabile” da USMIA Carabinieri, che denuncia criteri “opachi e unilaterali” adottati per una riforma del Servizio Sanitario Militare destinata a cambiare radicalmente l’organizzazione della sanità in uniforme.

Una riforma sotto segreto

Pur riconoscendo la necessità di ottimizzare il sistema, l’associazione avverte: “In uno Stato di diritto non è ammissibile un provvedimento epocale gestito come un dossier riservato”.
Il timore è che la riforma ignori le peculiarità irrinunciabili dell’Arma e i diritti acquisiti da chi ha superato un concorso per servire come Carabiniere, con qualifiche di Ufficiale di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza.

Garanzie su carriera e trattamento economico

Primo punto sul tavolo: mantenere le specificità professionali e operative dell’Arma. Per USMIA, qualsiasi riorganizzazione dovrà assicurare che il personale sanitario continui a far parte di una forza di polizia a ordinamento militare, salvaguardando criteri di avanzamento, progressione di carriera, trattamento economico, indennità e previdenza.

Il nodo delle infermerie e dell’intramoenia

Altro tema caldo riguarda il ruolo delle Infermerie Presidiarie. L’associazione chiede chiarezza su eventuali riorganizzazioni, distinguendole nettamente dalle strutture centrali della sanità militare.
Inoltre, va definita la possibilità di esercitare in regime di intramoenia e, in caso di “esclusività” del rapporto, stabilire benefici concreti e regole precise per l’accesso di pazienti civili alle strutture dell’Arma, senza compromettere sicurezza ed efficienza.

Un appello urgente al Ministro Crosetto

Il 19 luglio 2025 USMIA ha inviato una lettera al Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, sollecitando un tavolo di confronto immediato con le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale Militare e gli uffici tecnici del Dicastero.
“Serve sensibilità e urgenza”, avverte il Segretario Generale Carmine Caforio, affinché la riforma diventi un’opportunità e non una minaccia, preservando l’identità dell’Arma e la dignità di chi, in silenzio e con sacrificio, tutela ogni giorno la salute del personale in uniforme e delle loro famiglie.


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