Salva gatta incinta, tenente dell’esercito rischia un anno di carcere
E’ stata indagata per ‘disobbedienza grave’ per aver salvato la vita ad una gatta che rischiava di morire di parto. Ora, Barbara Balanzoni, 39 anni, di Crevalcore, all’epoca tenente medico riservista nella base italiana in Kosovo, sulle alture di Pec, si prepara ad affrontare il processo.
Ma la sua vicenda ha sollevato le proteste e la solidarietà di semplici cittadini sui social network e l’appoggio dell’Enpa. Barbara Balanzoni ora lavora come anestesista rianimatore, in abiti civili, all’ospedale di Pontremoli. L’episodio risale al 10 maggio 2012. Il tenente Balanzoni fu chiamato da alcuni colleghi esasperati dai lamenti di Agata, la gatta mascotte della base italiana. La micia aveva già partorito alcuni cuccioli ma uno era morto nel ventre rischiando di ucciderla. Il tenente ha fatto quel che aveva imparato nel tirocinio all’ospedale: ha salvato la gatta facendole espellere il feto.
”Ho fatto quello che mi è venuto dal cuore – racconta Barbara Balanzoni -. Ma non voglio che si generalizzi: mi hanno punito due persone non l’esercito intero”. Secondo i suoi superiori, quell’intervento lei non avrebbe dovuto farlo. Da qui la denuncia, l’indagine e il processo, che comincerà il 7 febbraio prossimo a Roma davanti al tribunale militare, perché ”in esecuzione di un medesimo disegno criminoso – si legge nel rinvio a giudizio – disobbediva all’ordine scritto, datato 6 maggio 2012, a firma del comandante della Base, riguardante il divieto di avvicinare o farsi avvicinare da animali selvatici, randagi o incustoditi, venendo così morsa”.
”Le regole – spiega Barbara dalla sua casa al Masero di Terrarossa che condivide con il cane Ugo e il gatto Silvestro -, prevedevano l’intervento del veterinario. Ma quel giorno il medico veterinario era in ferie e io ho fatto quello che sentivo di fare. Macché morsa – aggiunge – solo un graffio di un animale spaventato a morte”
.Verso sera lo Stato maggiore dell’Esercito ha diramato una nota di precisazione: “Le imputazioni contestate” alla riservista Barbara Balanzoni, dice il comunicato, “riguardano i reati di diffamazione e ingiuria aggravata e continuata nei confronti di inferiori gerarchici”. “Non risultano, allo stato, altri addebiti contestati alla militare, di qualsivoglia natura”, secondo il testo dei militari, che ricorda che il processo si svolgerà il 7 febbraio 2014 presso il Tribunale militare di Roma.