Roma, per il caso Omerovic arrestato poliziotto: è accusato di tortura
I poliziotti della squadra mobile di Roma hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un agente del commissariato di Primavalle accusato di aver aggredito e picchiato Hasib Omerovic, l’uomo precipitato il 25 luglio scorso dalla finestra della sua abitazione nel corso di una perquisizione delle forze dell’ordine. Nei suoi confronti l’accusa è di tortura. Il poliziotto dovrà rispondere anche dei reati di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Sono stati anche notificati quattro avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti indagati, a vario titolo, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio.
L’ordinanza del gip
Nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Ezio Damizia, che ha disposto la misura, viene ricostruito quanto avvenuto nell’appartamento il 25 luglio scorso. I pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, hanno accertato che l’agente è entrato “all’interno dell’abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo” e ha colpito Omerovic “con due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: ‘Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina’” e dopo avere impugnato “un coltello da cucina e lo brandiva all’indirizzo” dell’uomo.
Il poliziotto avrebbe poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, sebbene quest’ultimo “si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. Una volta dentro la stanza ha costretto il 38enne a sedere su una sedia e dopo avere strappato un filo della corrente del ventilatore “lo utilizzava per legare i polsi di Omerovic brandendo” ancora una volta “all’indirizzo dell’uomo il coltello da cucina, minacciandolo, urlando al suo indirizzo la seguente frase ‘Se lo rifai, te lo ficco nel c***’ e “lo colpiva nuovamente con uno schiaffo e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente ‘Non lo fare più'”.
Il giudice: “Precipitato dalla finestra per sfuggire alle violenze”
“Gli accadimenti sono indubbiamente di entità grave, commessi in spregio della funzione pubblica svolta, nonché violando fondamentali regole di rispetto della dignità umana. I ripetuti atti di violenza e minaccia appaiono del tutto gratuiti“, scrive ancora il gip di Roma. “L’agente non ha avuto alcuna remora di fronte a un ragazzo sordomuto e una ragazza con disabilità cognitiva (la sorella di Omerovic, che ha assistito ai fatti, ndr) compiendo ripetuti atti violenti, sia sulla persone che sulle cose e gravemente minatori, così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo”.
Omerovic, secondo il giudice, non avrebbe quindi cercato “il suicidio buttandosi dalla finestra della sua stanza da letto per ‘sfuggire’ dalle sue presunte responsabilità ma a causa delle “gravi condotte poste in essere nei suoi confronti”. “Condotte”, prosegue il gip, “che lo hanno evidentemente traumatizzato e terrorizzato a tal punto da indurlo a trovare in qualche modo, versando in uno stato di forte sconvolgimento della libertà morale e di autodeterminazione, una via di fuga (o comunque un riparo) dalla finestra, sebbene posta a circa otto metri di altezza, al fine di sottrarsi alla situazione di assoggettamento dovuta alle plurime e ripetute violenze e minacce che stava patendo e che verosimilmente temeva di dover continuare a patire e di cui non ne comprendeva le ragioni“.
I precedenti dell’agente
In passato il poliziotto aveva avuto sanzioni in diversi procedimenti disciplinari, “uno dei quali, terminato con richiamo scritto” ed era stato trasferito dalla Squadra Mobile. In uno dei procedimenti aveva subito una sanzione pecuniaria dopo essere stato arrestato in Florida per furto in un supermercato e rilasciato dopo il pagamento di una cauzione. Dalle dichiarazioni di un collega inoltre, “risulta che l’uomo è aduso a comportamenti aggressivi nell’espletamento delle attività di servizio e che, in alcuni episodi, si era persino vantato con il collega di aver ‘malmenato un pedofilo in occasione di un arresto‘”. Il collega ha inoltre evidenziato “l’atteggiamento tenuto da Pellegrini nei suoi confronti, volto a influenzarlo nel Caso avesse avuto intenzione di riferire qualcosa circa l’accaduto, dicendogli che sarebbe stato meglio non riferire in merito allo sfondamento della porta”
Altri 4 poliziotti indagati
Oltre alla misura cautelare ai danni di un poliziotto accusato di tortura nel caso Omerovic, sono stati notificati quattro avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti indagati, a vario titolo, per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio, e nei cui confronti sono in corso attività di perquisizione. Le indagini sono state condotte tempestivamente dalla polizia di stato sotto le costanti direttive della procura.
La dinamica dei fatti
Il 5 agosto scorso la famiglia di Omerovic aveva depositato un esposto alla procura della Repubblica nel quale venivano riportati i fatti che sarebbero accaduti nelle settimane precedenti. Secondo il documento, il 25 luglio scorso, quando nell’appartamento della famiglia erano presenti Hasib e la sorella, anche lei disabile, quattro agenti senza mandato avevano fatto il loro ingresso nella casa. Il controllo sarebbe scattato a seguito di un post sui social, successivamente cancellato, su presunte azioni dell’uomo volte a infastidire alcune giovani del quartiere. Dopo aver chiesto i documenti di Hasib, che li aveva consegnati, sarebbe nata un’improvvisa colluttazione.
Hasib si sarebbe quindi lanciato dalla finestra della sua camera da un’altezza di circa 8 metri per sfuggire, sostengono i familiari, alle violenze. All’interno dell’abitazione sarebbero stati infatti rinvenuti successivamente il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera di Hasib sarebbe stata sfondata.