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ROM ACCOLGONO I CARABINIERI COI BASTONI: “ANDATEVENE VIA DI QUI, È CASA NOSTRA”. INFERNO NEL CAMPO NOMADI A ROMA

Il copione ormai è quello, cambiano
gli attori. Da una parte ci sono le forze dell’ordine che cercano di far rispettare
la legge. Dall’altra gruppi di persone che, nel territorio che sentono loro, insorgono
per “difendere” la propria gente dalla minaccia di un arresto imminente.

Tre carabinieri, martedì pomeriggio, sono andati nel campo nomadi sulla
Pontina per portare in carcere una donna che aveva accumulato una serie di condanne.
Appena individuata dai militari, ha fatto finta di dirigersi verso il box dove
vive per prendere alcuni indumenti, e poi è scappata. I militari, mentre
provavano a rincorrerla, sono stati accerchiati
e bloccati da più di una decina di persone
che hanno fatto da scudo alla
fuga della nomade e dei suoi due figli.
“Andatevene via di qui,
è casa nostra”
gli hanno urlato. Poi spintoni
e minacce, con tanto di bastoni in mano. Un accerchiamento che non ha permesso
ai carabinieri di risalire sulla gazzella ed inseguire la donna, che ne l
frattempo si era dileguata. A quel punto, nella zuffa, i militari hanno fermato
alcuni rom. Molti altri sono riusciti a dileguarsi. Ieri in tribunale la convalida
degli arresti. Tre di loro sono finiti
ai domiciliari, due hanno la misura cautelare dell’obbligo di firma.
“Dimostreremo
l’assoluta estraneità dei ragazzi” ha detto l’avvovato Antonio Gregorace.

“Ancora guerriglia a Roma. Ancora i rom protagonisti
negativi, con le forze dell’ordine aggredite” – afferma il delegato del  CO.CE.R.
carabinieri Giuseppe La Fortuna
– “un vero e proprio inferno. Il governo
punta il dito contro le forze dell’ordine con il reato di tortura, ma quando promuoverà
la tutela delle forze di polizia? Chi ci protegge dalle quotidiane violenze ed umiliazioni
che siamo costretti a subire? Non abbiamo mezzi per operare dignitosamente e
siamo bastonati ogni giorno, ma siamo esposti alla pubblica gogna ogniqualvolta
agiamo con determinazione nei confronti della delinquenza”.

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