RIORGANIZZAZIONE FORZE DI POLIZIA, “UN GRAN PASTICCIO!”. COMMISSIONI RIUNITE PER AUDIRE COMANDANTI E SINDACATI
L’abolizione del Corpo Forestale dello Stato è un gran pasticcio. E’ quanto titola il il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle dopo le audizioni del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e del Capo del Corpo Forestale presso le Commissioni riunite Difesa ed Affari Costituzionali in merito alla riorganizzazione delle Forze di Polizia ed in particolare dell’accorpamento Forestale/Carabinieri.
E’ emerso, come si vede nel video, che di fatto, su 20 Regioni 15 avranno una polizia ambientale militare, in seguito appunto all’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, e 5, quelle a statuto speciale, continueranno ad avere una polizia ambientale civile attraverso i Corpi Forestali Regionali che, contrariamente all’obiettivo del Decreto Madia di razionalizzare le risorse e ridurre gli sprechi, crea invece una sovrapposizione di funzioni.
La riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia che aveva l’obiettivo di tagliare costi e semplificare – si legge sul sito del MoVimento – non fa altro che complicare le cose e spaccare l’Italia in due.
Non è ancora chiaro inoltre se, nell’ambito dell’assorbimento dei 7mila agenti del CFS nell’Arma dei Carabinieri sotto la voce ‘ruolo ad esaurimento’, sarà garantita l’esclusività della funzione di polizia ambientale una volta che tutti gli attuali agenti del CFS saranno andati in pensione. Nessuna risposta inoltre da Patrone sull’esito del referendum interno a seguito del quale 4mila donne e uomini si sono espressi contro la militarizzazione del CFS che contraddice le sue dichiarazioni secondo cui i dipendenti sarebbero favorevoli all’assorbimento nei Carabinieri. Con l’ingresso nell’Arma, infatti, gli agenti della Forestale non avranno più diritti sindacali né potranno diffondere liberamente informazioni sulla loro attività (ecomafie, inquinamento ambientale, bracconaggio ecc.) ma dovranno sottostare a più rigide procedure di autorizzazione. Come i militari, appunto.
Visti i tanti punti irrisolti e le contraddizioni che stanno emergendo dalle testimonianze delle diverse forze di polizia sul decreto Madia – concludono i parlamentari del MoVimento – chiediamo che il provvedimento sia sospeso immediatamente fino a quando non saranno chiarite queste ed altre incongruenze.
Dopo i comandanti Generali è stata la volta delle audizioni dei sindacati delle Forze di Polizia:
Ecco il documento sottoscritto dal segretario del SAP, Gianni Tonelli:
La prospettiva che si è delineata nell’ambito della realizzazione della delega al Governo contenuta nella c.d. Legge Madia porta all’inglobamento pressoché totale del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. Se ciò avvenisse si realizzerebbero due stranissime condizioni: un inevitabile depauperamento dell’incomparabile bagaglio di conoscenze e di professionalità accumulato nel tempo dal soggetto soppresso e la militarizzazione di un corpo civile.
La dispersione dei valori posseduti sussegue alla perdita di autonomia e di peculiarità che, per quanto si voglia sostenere il contrario, non si potrà evitare con la fusione in un soggetto come quello individuato, mentre il passaggio allo status militare costituisce una misura a cui si ricorre solamente in situazioni di crisi, spinti da particolari necessità dettate da condizioni difficili, non certo nell’ambito dell’organizzazione dell’amministrazione dei servizi pubblici di una tipica società moderna, civile e democratica: un caso unico nel mondo occidentale, a dir poco antistorico.
Una decisione questa che si spiega più come esito di una partita a scacchi fra i vertici delle Polizie nazionali che non come adeguato compimento degli obbiettivi della norma delegante.
Per contro l’inserimento di quella che oggi si può più propriamente definire la Polizia Ambientale Forestale Agroalimentare nel contesto del Dipartimento della Pubblica Sicurezza come Direzione autonoma consente invece di centrare appieno gli intenti del legislatore giacché, conservando sufficiente autonomia, peculiarità professionale e, soprattutto lo status civile, ottiene comunque i più ampli risparmi gestionali.
Per ultimo si ritiene di dover rilevare l’importanza della recente proroga alla delega in questione, occasione che consentirà di approfondire ed arricchire il dibattito sulle scelte da operare. In ragione di ciò ed anche alla luce delle perplessità contenute nella nota di lettura redatta dal Servizio del Bilancio del Senato in merito ai reali costi dell’accorpamento nei CC, parrebbe utile sospendere e rimandare anche il parere di codeste Commissioni con lo scopo di acquisire gli ulteriori elementi utili che emergeranno nei prossimi mesi.
di Seguito il documento del COISP, a firma del segretario Franco Maccari
“L’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri non si deve fare. Non serve a eliminare alcuna duplicazione perché nessun altro svolge i compiti importantissimi e fondamentali per un Paese che ha il nostro tipo di territorio. Non migliorerà il servizio reso ai cittadini perché non farà che diluire, frantumare, depauperare un impagabile bagaglio di competenza, professionalità ed esperienza indispensabile soprattutto nella lotta alle ecomafie ed a tutti gli altri gravissimi reati connessi al patrimonio naturalistico e ambientale. Comporterà un intollerabile abuso nei confronti di 7.000 lavoratori che assieme al loro status di Appartenenti a un Corpo di Polizia ad ordinamento civile perderanno tutti i loro diritti sindacali restando costretti ad un arruolamento forzato e acquisizione di status di militari. Questo paventato accorpamento non si deve fare. Sarebbe l’ennesima gravissima manifestazione dell’incolmabile distanza che esiste fra le scelte del Governo e i reali bisogni dei cittadini che non a caso, in occasione delle ultime consultazioni elettorali, hanno mostrato tutta la loro sfiducia verso una compagine politica che gli passa sopra come un Panzer su un cumulo di macerie”.